“Il ravanello vale il suo peso in piombo, le barbabietole il suo peso in argento, il rafano il suo peso in oro.”   A tanto ammontava  il valore dato al rafano dagli Dei.

Federico Valicenti

Federico Valicenti

Questa è  la leggenda, questo era il valore  del rafano scritto dall’oracolo di Delfi ad Apollo. L’oracolo di Delfi, chiamato “ombelico del mondo” era il più importante oracolo dell’antica Grecia  attribuito a Apollo, dio che si propone come il principale tramite tra l’onnisciente Zeus e gli uomini.. Consigliato e What 3,000-year-old plant has been used as an aphrodisiac, a treatment for rheumatism, a bitter herb for Passover seders and a flavorful accompaniment for beef, chicken and seafood? usato come afrodisiaco, come trattamento per reumatismi, per il mal di schiena, come un accompagnamento per saporite pietanze. La storia di questa pianta è intricata e misteriosa, ma con una sola  certezza, il rafano è stato premiato per le sue qualità medicinali e gastronomiche per secoli. Partito dal Mediterraneo si è subito diffuso in tutta Europa andando ad irrobustire le pietanze nordiche. Legend has it the Delphic oracle told Apollo, “The radish is worth its weight in lead, the beet its weight in silver, the horseradish its weight in gold.”During the Renaissance, horseradish consumption spread from Central Europe northward to Scandinavia and westward to England. Durante il Rinascimento, la diffusione del consumo di rafano dall’Europa centrale si estende  verso il nord in Scandinavia e verso ovest in Inghilterra. It wasn’t until 1640, however, that the British ate horseradish — and then it was consumed only by country folk and laborers. E’ stato l’accompagnamento standard per le carni bovine e ostriche fra gli inglesi , con  la radice pungente preparavano sciroppi che servivano nelle locande e nelle stazioni degli autobus per rilanciare i viaggiatori esausti. Ritorna al Sud diventando un  emigrante all’incontrario, cosi mi piace definire questa radice portata, probabilmente, in Basilicata dai bonificatori veneti nei secoli scorsi. Ha contaminato una parte della cucina  lucana rendendola ancora più piccante, quasi a sostituire il peperoncino estivo, pietanze robuste soprattutto d’ inverno.  Carnevale o mese di febbraio non importa. L’unica cosa certa è che il sapore forte del rafano grattugiato permea di acre profumo le pietanze di molte tavole. Sagre e polpette al rafano si susseguono, si moltiplicano, rivendicando paternità e originalità tipica dei campanili. La radice del rafano è usata esclusivamente cruda e si sente quell’odore pungente e piccante che porta in casa l’aria della terra fredda degli inverni lucani.

 

… ed ora le ricette

Ferricelli al rafano

Ingredienti per 4 persone:

-400 gr. di ferricelli lucani
-3 pomodori sodi e rossi
-80 gr. di pane raffermo
-20 gherigli noci
-un cucchiaino di polvere di peperone
-50 gr. di rafano grattugiato
-1 cipolla, olio extravergine d’oliva, sale q.b.

Procedimento:

In acqua bollente immergete per 2 minuti tre pomodori sodi, scolateli e togliete velocemente la buccia. Tagliate a quattro e ripulite dei semi e del liquido, tagliate a fette e avete le falde di pomodori.

Soffriggete in una padella con due cucchiai di olio la cipolla tritata finemente, aggiungete quindi le falde di pomodori, salate e fate cuocere a fuoco basso per 20 minuti circa.
Intanto, in una casseruola a parte, tostate con un cucchiaio di olio la mollica di pane sbriciolata; aggiungete la polvere di peperone a pioggia e amalgamate bene, tritate grossolanamente i gherigli di noci, quindi aggiungete alla mollica di pane.
Fate bollire in abbondante acqua salata la pasta e scolatela al dente.
Versate la pasta nella casseruola con il pomodoro.
Spadellate per qualche istante, quindi aggiungete la mollica di pane e le noci e amalgamate il tutto.
Servite immediatamente cospargendo con il rafano.

 

Rafanata

Ingredienti:

-10 uova;
-due cucchiai pecorino grattugiato;
-quattro cucchiai mollica di pane raffermo
-due cucchiai  di rafano grattugiato;
-100 gr. di salsiccia stagionata;
-sale;
-olio di oliva

Procedimento:

In una terrina sbattere le uova con un pizzico di sale, il pecorino grattugiato, la mollica di pane ed il rafano.

Versare il composto in una padella dove l’olio di oliva sarà già caldo. Fate rapprendere  e dorare la frittata.

Rigirare la rafanata quando sarà rassodata sulla superficie. Giunta a cottura togliere dall’olio e disporre sulla spianatoia.

Tagliata a pezzi la rafanata va disposta fra due fette di pane e gustata dopo un quarto d’ora circa.