Le verità dell’assessore: “I Consiglieri di Idea hanno detto al sindaco che in caso di mia presenza avrebbero abbandonato loro l’aula. Non lascerò questa Giunta per accuse strumentali da parte di chi mira al mio posto”.

 

di Angelomauro Calza

Qualcuno che ha ben capito come stanno le cose per favore me le spieghi, che io o sono diventato ciuoto all’improvviso o sono vittima di demenza senile. Premesso che non sono di parte, ma sottolineato che le cose storte e strumentali non mi sono mai piaciute, chiedo di capire perché da qualche settimana a questa parte qualunque cosa accada al Comune di Potenza a farne le spese debba essere l’assessore Marika Padula. Prima l’accusa di aver richiesto e riscosso il bonus 600 euro, ora l’approvazione in Consiglio comunale, ieri, di una mozione a sostegno delle tesi contrarie alla Legge Zan contro l’omofobia presentata dal Consigliere Michele Napoli (di cui nessuno ha ufficialmente chiesto la testa).

l'assessore Marika Padula

l’assessore Marika Padula

In entrambi i casi qualcuno si muove per chiedere pubblicamente le dimissioni dell’assessore. Per quel che riguarda il bonus 600 euro mi pare eccessivo che a fronte di circa tremila amministratori ai vari livelli che in Italia hanno chiesto e ottenuto il bonus l’unica a subirne conseguenze sia Marika Padula, e che si spacci per questione morale una antipaticissima e scorretta azione che mira solo a far sì che qualcun altro diventi assessore al posto suo, come ci conferma la stessa Padula: “Sappiamo bene – ha detto ad Angeloma –  che dietro c’è dell’altro. Dietro c’è un regolamento di conti interno da parte di un gruppo consiliare che vuole a tutti i costi la mia estromissione dalla Giunta per aggiudicarsi l’assessorato e dall’altro lato c’è chi fa leva su delle responsabilità che non mi appartengono”. E chi ci ha tentato a Ferragosto senza riuscirci ci riprova ora con l’aiuto forse inconsapevole di Basilicata Possibile. Tramutoli, Biscaglia e Giuzio in un comunicato stigmatizzano come “A poco valgono per questo le scuse tardive di Napoli e i comunicati con cui le forze di maggioranza e la stessa Assessora Padula (che quella mozione hanno votata o hanno omesso di contestare) hanno provato a dissociarsi da una mozione che rimane offensiva e sbagliata non solo per come è stata presentata ma per le sue stesse finalità”. E sottolineano “l’assenza dell’Assessora Padula e il suo silenzio” e concludono annunciando una mozione di sfiducia contro l’Assessora Marika Padula al prossimo Consiglio Comunale.

I Consiglieri Di GIuseppe, Beneventi e Rotunno

Anche in questo caso è proprio Padula a rivelare un retroscena: “Prima della discussione in Consiglio Comunale della mozione contro la Legge Zan, la sottoscritta è stata invitata ad abbandonare l’Aula consiliare poiché i tre consiglieri Rotunno, Beneventi e Di Giuseppe hanno avvertito il sindaco che avrebbero abbandonato i lavori se avessi continuato a sedere nel mio banco”. Quindi l’accusa di Basilicata Possibile cadrebbe almeno per quanto riguarda questo passaggio? “Sì. Io sono stata accusata di essere stata assente e di non aver preso posizione. La mia assenza invece è frutto della richiesta dei tre consiglieri di Idea di abbandonare i lavori. A quel punto ho ritenuto di andare via per non mettere in imbarazzo la maggioranza”. Evvabbè, ma se fosse rimasta in aula cosa sarebbe cambiato rispetto alla votazione della mozione? “Io già nella immediatezza della diffusione della notizia della approvazione della mozione ho preso posizione sui social. Non avrei permesso che quel che è stato proferito da Michele Napoli potesse passare così come è passato, pur non avendo diritto di voto. Certo, sono parte di questa maggioranza e devo accettare questo voto, ma mi sento di dissentire perché non sono per nulla d’accordo e sono della opinione che oggi non si possa pensare che ci sia qualcosa contronatura. Devo rispettare democraticamente la decisione, ma non la condivido. Non si può essere sempre d’accordo specialmente su cose per le quali non conta il colore politico”. Ma intanto sia l’opposizione che i suoi compagni di partito le chiedono di dimettersi. Cosa risponde? “Assolutamente no. Non mi dimetto. Perché ho lavorato e sto lavorando bene per questa città, ho dato il mio contributo gestendo ben 14 iniziative nonostante il mio assessorato sia senza portafoglio e le dimissioni sarebbero come un voler chiedere scusa per un qualcosa che non ho mai commesso consapevolmente e che col senno di poi avrei potuto evitare, ma niente di più. I miei tre colleghi (ormai ex? ndr) di partito perché non hanno attaccato con la stessa veemenza anche altri? Confido che il sindaco con un atto deciso prenda posizione rispetto a chi mira a sfaldare la maggioranza”.

Mario Guarente (ph. Luisa Calza)

Il sindaco di Potenza Mario Guarente (ph. Luisa Calza)

Ma c’è margine di possibilità di ricomposizione del Gruppo di Idea al Consiglio Comunale di Potenza? Che percentuale? “Credo quasi pari allo zero! Con queste persone è molto difficile il dialogo, hanno strumentalizzato quanto è accaduto, hanno deciso di non prendere una posizione di difesa nei miei riguardi per un cavillo. Di principio avrebbero dovuto difendermi. E’ palese che il discorso è solo di conquista di postazioni”. Ormai in Consiglio comunale il giocattolo sembra essersi rotto all’interno di Idea: cosa accadrà? E’ lecito pensare a fronte di un deciso “no alle dimissioni” dell’assessore Padula un “ciao” di Rotunno, Di Giuseppe e Beneventi al partito? O il partito imporrà le proprie decisioni sapendo che qualcuno potrebbe non accettarle? Vedremo: “l’unica cosa non in discussione è l’appoggio alla Giunta Guarente” ha concluso l’assessore Padula.