di Angelomà

Una volta chi voleva presentare una lista per le elezioni comunali usciva in piazza, per strada, al mercato, e parlava con la gente, poi si faceva un’idea, se ne parlava in sezione, quindi si chiedeva – sempre di persona – a chi si ipotizzava essere un buon candidato, se c’era la disponibilità a far parte della lista. Oggi no. Si fa tutto da casa. Enrico Tuorlo, che per il comune di Potenza sta tentando di comporre una lista civica, utilizza Whatsapp per chiedere la disponibilità a candidarsi: “Come vedi vengo chiamato a rappresentare un’idea nuova e libera… etc. etc. ti chiedo di rompere ogni indugio e di abbracciare con me la responsabilità di restituire alla città la dignità che merita”” poi, dopo qualche giorno un altro Whatsapp: “devo chiudere la lista, sei dentro o fuori?” chiaro segnale che ancora non gli hanno risposto. Evvabbè, ma questo è un movimento civico, non un partito organizzato, Torlo deve pur inventarsi qualcosa per coinvolgere quanti più amici è possibile, e quindi sfrutta al meglio tutto quanto può servire alla causa. Ma il PD? Anche il segretario cittadino Donato Pessolano sta lavorando ad una lista da presentare alla Comunali di Potenza, e il PD è partito, struttura organizzata, ma non rifugge dalle conquiste della tecnologia: ai numeri di una ben più corposa rubrica è stato inviato un whatsapp: “buongiorno a tutti. Vi chiedo di comunicarmi chi si vuole candidare o se avete qualcuno vicino a voi. Sto completando la lista. Grazie. Volevo informarvi che sto lavorando molto per trovare la coesione di tutto il centrosinistra”. Bene. Se le cose stanno così, a Consiglio comunale insediato, le Commissioni si terranno in videochiamata e gli ordini del giorno fotografati su Instagram. Gli interventi in Consiglio comunale, brevi e concisi, saranno postati su Twitter e le discussioni si terranno su Facebook. A questo punto, se social dev’essere, social sia! Candidiamo sindaco Mark Zuckerberg!