Come mai il San Carlo ancora non apre? Scaramucce tra politica, potenti e potentati condizionano la ripresa di esami, visite e interventi. Intrecci vari non fanno altro che danneggiare struttura e cittadini. L’ospedale non doveva essere interamente dedicato al Covid, ma solo un’ala. Intanto reparti di eccellenza per cura, ricerca e interventi all’avanguardia restano inattivi, mentre il Dipartimento di chirurgia si spopola.

 

 

di Angelomauro Calza

 

La domanda se la stanno ponendo in tanti: come mai il San Carlo ancora non apre?

L'Ospedale San Carlo di Potenza

L’Ospedale San Carlo di Potenza

Come mai non si effettuano ancora esami e visite quando in tutta la regione già dall’11 maggio dalla Task force è stata sancita la possibilità di riaprire per tutte le strutture pubbliche e private, sia pur con severe prescrizioni ben specificate? Forse per le polemiche e le scaramucce di e tra politica, potenti e potentati vari che ruotano intorno all’Ospedale? E queste turbolenze che sono sotto gli occhi di tutti quotidianamente, argomenti di giornali, social e notiziari radiotelevisivi possono essere elevate a dignità perché nobilmente finalizzate all’interesse della salute dei cittadini? O sono invece solo giochi tra “frecacumpagni”? E magari ci sta pure chi bara? Procediamo non con accuse, non sia mai, ma solo con ipotesi e domande che si rincorrono senza risposta. Può essere che tutto ruoti intorno alla politica pur trattandosi di sanità? Può essere che un ipotetico gruppo di primari nominati come Barresi dall’allora Presidente Pittella si sia in un primo momento schierato contro il Direttore Generale? Perché? Perché il Direttore generale, nonostante le pressioni dell’assessore Leone ha resistito a sua volta agli attacchi di quella parte di maggioranza? Forse perché nella logica divisoria della lotta interna al centrodestra un’altra parte di maggioranza ha deciso di sostenerlo? E può quindi essere che quegli stessi primari si sono poi resi conto in un secondo momento che se saltava Barresi sarebbe potuto arrivare al suo posto qualcuno che avrebbe potuto sostituirli con persone a lui più gradite, e quindi era meglio tornare a sostenerlo? Basterebbe questo? O forse no? Se così fosse si spiegherebbe perché in qualche riunione strategica ristretta pare si sia iniziato a sparare a zero su Leone e Bardi rivedendo le loro posizioni sul DG Barresi.

Qualcuno ha forse paura di Ernesto Esposito Commissario?

Ma sarà mai vero? E, se sì, perché proprio contro loro due? Forse perché timorosi di ritrovarsi il poco malleabile Ernesto Esposito come Commissario del San Carlo? Nominato magari ad interim con la sua posizione di Dirigente Generale del Dipartimento Politiche della Persona? Un Commissario ha poteri enormi, si sa, e in questo caso avrebbe anche quello di sostituire i primari: un pericolo per alcuni baroni, che pare sarebbero anche maggioranza rispetto ai colleghi che invece considererebbero un toccasana una soluzione del genere. Vabbè, ma questa è pura fantasia, ipotesi limite. Qua ci si trova di fronte ad altro. Forse in alternativa, forse in aggiunta. Fatto sta che delle vecchie nomine nella Sanità, all’epoca giudicate anche intempestive e scorrette, effettuate con una maggioranza di centrosinistra in conclusione di mandato, resistono al loro posto solo Massimo Barresi e Lorenzo Bochicchio. Ma come è possibile? Solo loro? E gli altri? Beh, in effetti non c’è alcuna stranezza: le nomine sono triennali, inattaccabili, e solo le dimissioni volontarie possono portare a nuove nomine. Bochicchio e Barresi non si sono dimessi, né pare abbiano intenzione di farlo: resistono.

Massimo Barresi _ DG Azienda Ospedaliera San Carlo

Massimo Barresi _ DG Azienda Ospedaliera San Carlo

Altri no, hanno rinunciato. Certo, il caso più eclatante è quello di Giambattista Bochicchio, che nel tempo, dopo essere stato alla Asl di Potenza fu nominato da Marcello Pittella Direttore Generale del Crob di Rionero in Vulture. Ora è a San Giovanni Rotondo: ha risposto “sì” ad una proposta ricevuta dal nosocomio di Padre Pio. Ma come mai? E’ andato via nella quasi indifferenza mediatica? E ancora una volta: perché? Forse ha preferito – nell’interesse della struttura e dei pazienti – lasciare prima di essere messo in condizioni di disagio dalla Regione? In condizioni di non poter bene operare e secondo le sue visioni? Avrà ricevuto segnali in tal senso? Avrà quindi pensato “Meglio andare via”? O ha solo e più semplicemente ricevuto e accettato una offerta migliore? Stesso finale per Matera, con Polimeni che pure ha preferito lasciare. In entrambe le strutture però ancora opera un facente funzioni, nessuna nomina per sostituire Bochicchio e Polimeni: si aspetta.

Ma torniamo al San Carlo. Dall’11 maggio la Task force ha riaperto tutti i laboratori e gli ambulatori regionali: perché allora solo la più grande struttura ospedaliera, il polo regionale, l'”Azienda ospedaliera San Carlo” ancora non ha riaperto a regime? Che Azienda è? Aspettano pure là la Cassa Integrazione o il FIS? …ma dai, è ridicolo!… La Task force aveva sostanzialmente raccomandato di riaprire facendolo con cura, per bene, anche con tempi non ristrettissimi e non imposti, ma di farlo; invece pare che adducendo l’obbligo del rispetto delle misure anti-Covid, si paventino – a mò di giustifica ai cittadini che vengono gentilmente accolti all’ingresso – difficoltà pressochè insormontabili al momento. Non sappiamo se risponda o no al vero il fatto che dalla stessa Task force siano state offerte possibili soluzioni, con garbo, suggerimenti che lasciassero comunque libertà di azione al San Carlo. Fatto sta che non ha riaperto, creando disagio non solo all’utenza, ma anche a quei reparti di eccellenza, come Reumatologia e Chirurgia urologica, per esempio, che ci invidiano: un reparto dove opera un chirurgo che utilizza il “Da Vinci”, robot all’avanguardia, che pochi ospedali possono vantare di avere a disposizione e che resta fermo perché non possono essere effettuati interventi. E’ scandaloso che il livello di questa gloriosa e storica struttura ospedaliera che fu riferimento nazionale per la cardiochirurgia, che lo è ancora per la reumatologia e la chirurgia urologica stia scendendo di livello, che presenti un Dipartimento di chirurgia praticamente semideserto. Le attività chirurgiche dovrebbero essere riattivate sin da subito, per recuperare il tempo perduto. Ma gli errori probabilmente stanno a monte, quando si è deciso che il San Carlo doveva essere un Ospedale COVID.

l'Assessore alla Sanità, Rocco Leone

l’Assessore alla Sanità, Rocco Leone

Ma come? Un intero ospedale di quelle dimensioni? Non sarebbe stato più opportuno designare una sola ala della struttura al Covid, lasciando tutto il resto aperto? Così in queste ultime settimane, dobbiamo constatare che ci sono stati reparti eroici e – non certo per loro colpa – reparti completamente inattivi che hanno però prodotto costi enormi. E allora ci domandiamo: perché? Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio o maldicenza: di sicuro non è per business. Escludiamo subito l’ipotesi – perché è assolutamente infondata e improponibile – di forzature nei confronti di Barresi perché tardasse ad aprire, ma nel frattempo desse l’okay alle visite intramoenia ed extramoenia. Forzarlo come, tra l’altro? Ma nonostante ciò qualcuno si domanda: ma allora non è che è questo uno dei fattori che ha contribuito al cambio di giudizio e di azione della ipotetica e mai dimostrata (quindi inesistente) lobby dei primari nei confronti del Direttore generale? Non è che sono tutti pro-Barresi perché insieme contrastano meglio l’azione della Regione per non ricevere altre bacchettate? Una mano lava l’altra e tutte e due si strofinano con l’Amuchina?

Il Governatore lucano Vito Bardi (ph. Luisa Calza)

Il Governatore lucano Vito Bardi (ph. Luisa Calza)

No. Lo escludiamo. Ed allora: escluso tutto questo e lasciando ad altri individuare eventualmente quali siano i veri motivi, quel che interessa è quel che si registra: una impennata della emigrazione sanitaria causata dalla chiusura della più grande struttura ospedaliera della Basilicata. E lamentele. Tante lamentele di cittadini sofferenti e bisognosi di esami, cure e interventi che purtroppo devono aspettare: l’ospedale è chiuso, prima o poi riaprirà. Qualcuno dice che alla fin fine il vero problema della questione non è tanto l’assessore Rocco Leone quanto la paura che Vito Bardi affidi tutto ad Ernesto Esposito. Alla fin fine, allora, ha ragione o no chi sparla dicendo che il protagonismo degli ultimi giorni di Leone rappresenta solo un tentativo di recuperare il terreno perduto in questi mesi di Covid? E che se va apertamente contro Barresi è anche perché lui, di Forza Italia come Bardi, lo fa per rintuzzare gli assalti dell’altra parte del centrodestra che invece difende il Direttore Generale?  Come dire che le turbolenze interne al Centrodestra stanno danneggiando il San Carlo e tutti i cittadini che dovrebbe servire. Intanto si aspetta di conoscere il giorno e l’ora di apertura: così, giusto per poter essere tutti presenti all’inaugurazione della ripresa delle attività.

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