Ufficializzata in conferenza stampa la partecipazione alla competizione elettorale che si concluderà il 24 marzo, così come da noi già anticipato sin da domenica, ecco su cosa fonda la sua richiesta di consensi

di Redazione Angelomà

Sostanzialmente confermato da Piero Lacorazza quanto da noi anticipato già da domenica: Si candida a Presidente della Regione Basilicata con una sua lista, Basilicataprima.

un momento della conferenza stampa di Piero Lacorazza

un momento della conferenza stampa di Piero Lacorazza

Per i curiosi di particolari emersi in conferenza stampa vi rimandiamo ad altre testate: come sempre Angelomà di solito non partecipa a conferenze stampa e non pubblica resoconti che è possibile leggere ovunque, e comunque quel che erano le novità le abbiamo anticipate. Ecco che però ci portiamo avanti con il lavoro: di seguito potrete leggere ampi stralci dei primi tre punti del programma che Basilicataprima sta elaborando per proporlo agli elettori. I primi tre punti sono praticamente già chiusi, e su questi si fonderà gran parte dell’azione politica di Basilicataprima: autonomia regionale, lavoro/sviluppo e uguaglianza/welfare in un contesto di rilevante crisi demografica che corre il rischio di impoverire ancor di più la nostra regione. E’ evidente che un programma presuppone un lavoro di base lungo e approfondito che non può certamente essere frutto di pochi giorni di elaborazione, e se questo è non è ardito pensare che Lacorazza stesse lavorando da mesi in giro per le piazze e i luoghi di lavoro, quale che fosse l’esito finale delle vicende del centrosinistra, per non trovarsi impreparato. Sicuramente sarebbe stato tenuto in considerazione il suo contributo alla elaborazione di un programma elettorale forte del Partito democratico e del centrosinistra: era una delle intenzioni, ma l’esito finale della vicenda ha fatto sì che si passasse al “piano B”, pensato proprio perchè Lacorazza stesso si trovasse con un bel po’ di lavoro già fatto, laddove avesse deciso di correre da solo, ottimizzando i ristretti tempi a disposizione.

Autonomia regionale

Il regionalismo differenziato (comma 3 art. 116 della Costituzione) non può essere la “secessione dei ricchi” ma una possibilità per determinare particolari forme di autonomia utili a migliorare le condizioni di vita dei cittadini e a rafforzare i diritti di cittadinanza. Non tutti i territori sono uguali ma a tutti i cittadini devono essere garantiti livelli essenziali delle prestazioni e quindi la leva del regionalismo differenziato non può che essere attivata nel pieno rispetto della Costituzione italiana. Si tratta di ragionare in Basilicata sulla evidente contraddizione tra la presenza di rilevanti giacimenti di risorse naturali e negative tendenze demografiche che nei prossimi dieci anni potrebbero indebolire qualsiasi possibilità di futuro. Per la Basilicata le più recenti proiezioni demografiche parlano di 534.686 residenti nel 2030 e di 461.653 residenti nel 2050, con riduzioni rispettive pari al 7,2% e di circa il 20% nel 2050.

Si tratta quindi, come accaduto per il referendum contro l’art.38 della legge Sblocca Italia, di essere protagonisti di una nuova fase di dibattito e di proposte per affrontare in questa chiave la questione meridionale. Le attenzioni riservate da aree contermini (Taranto o Vallo di Diano) sono da questo punto di vista stimolanti. In questo contesto vorremo limitare particolare forme di autonomia ai temi della scuola, della sanità e dell’ambiente. È necessario ripensare la Basilicata a partire dalle sue aree interne e consentire innanzitutto alle città di Potenza e di Matera, così come ai centri medi, comunque erogatori di alcuni servizi, di essere punti di riferimento senza essere appesantiti da una domanda di diritti e di benessere che potrebbe essere soddisfatta sul territorio. Vi è quindi la necessità, ad esempio, di avere più flessibilità sugli organici scolastici, così come sul personale sanitario o i parametri di calcolo per i posti letto, in particolare per la gestione delle post acuzie. Anche in base a questa nuova organizzazione di erogazione dei servizi va radicalmente ripensato il sistema dei trasporti, in particolare su gomma. E in infine particolari forme di autonomia vanno richieste sulla materia “ambiente” che può essere una delle chiavi per la definizione di un diverso equilibrio fra le competenze statali e quelle regionali.

Lavoro/sviluppo

un momento della conferenza stampa di Piero Lacorazza

Il punto centrale da cui partire per sostenere lo sviluppo e quindi il lavoro è l’investimento in infrastrutture. “Basilicata 2019, le vie del futuro” è una proposta concreta, puntuale ed articolata per sostenere un programma di rafforzamento ed ammodernamento della rete viaria della nostra regione. È necessario rompere l’isolamento della Basilicata e delle sue aree interne. Un programma decennale per almeno 1,5/2 miliardi di euro finanziato dalla necessaria riapertura di un negoziato con il Governo nazionale a fronte delle concessioni di estrazioni già vigenti e che, a differenza dell’Accordo ENI del 1998, non hanno visto analogo impegno da parte del Governo con l’accordo Tempa Rossa di Corleto in materia di realizzazione di infrastrutture; da eventuali entrate del 30% dell’IRES dalle attività estrattive; da una più puntuale e attenta gestione delle risorse rinvenienti dalle royalties del petrolio anche in vista dell’avvio, ormai prossimo, della produzione Total a Tempa Rossa; per i comuni della L.R.40/95 (e successive modificazioni ed integrazioni), con il completamento ed il rifinanziamento del Programma Operativo “Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra”, come da O.d.G. del sottoscritto approvato con D.C.R.399/2016; da una verifica dei fondi del Patto per la Basilicata; da eventuali risorse da riprogrammare valutati gli impegni, i tempi di realizzazione e l’andamento della spesa dei fondi comunitari e del FSC.

Uguaglianza/welfare:

“Basilicata 2019, la via della uguaglianza e delle opportunità” è una proposta di sistema di contrasto alla povertà, ma anche un sostegno ad un ceto medio che vive costantemente in bilico e la cui straordinarietà di una spesa può determinare condizioni di reale e ulteriori difficoltà economiche. Dal 1 settembre 2017 al 31

marzo 2019 è attivo in Basilicata il Reddito Minimo di Inserimento che coinvolge circa 3000 persone che, a fronte di attività di pubblica utilità variabile dalle 48 alle 66 ore mensili, percepiscono una indennità di partecipazione mensile variabile dai 400 ai 550 euro. Il 17 gennaio 2019 il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto legge in materia di Reddito di Cittadinanza e di Pensioni. Fermo restando alcune fragilità e criticità che presenta il suddetto Reddito di Cittadinanza, ed in attesa che l’avvio e l’impatto possano consentire di verificare davvero gli effetti, trattasi comunque di risorse che in ogni caso saranno destinate anche ai lucani. Il Reddito di Cittadinanza quindi è legge e come tale andrà attuato nelle forme e nei modi più efficaci per contrastare la povertà; sarà necessario valutare come questa misura possa coordinarsi con le scelte e gli impatti determinati dal Reddito Minimo di Inserimento ed ex Copes. Da questo punto di vista è necessario che la Regione convochi da subito le parti sociali e l’ANCI per farne una valutazione puntuale. Il Reddito di Cittadinanza va necessariamente inserito in una radicale riorganizzazione dell’offerta dei servizi sociali e socio sanitari. È necessario mettere soldi in tasca a chi non ne ha, fare di tutto affinché il destinatario trovi un posto di lavoro, anche se rileviamo in ogni caso una difficoltà del sistema produttivo a creare nuova occupazione in una situazione in cui le stime di crescita per l’Italia ed il Mezzogiorno sono sotto l’1%; contesto secondo il quale le offerte di lavoro proposte nei 18 mesi potrebbero essere al di fuori dei confini regionali.

Piero Lacorazza

Piero Lacorazza

“Basilicata 2019, la via della uguaglianza e delle opportunità” è anche l’offerta integrata di servizi sociali e socio sanitari sostenuti dal principio costituzionale della progressività della tassazione e della compartecipazione alla spesa. Si parte dai “Piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari” (le cui linee guida sono state approvate nel luglio 2015 e di cui si allega la tabella dei servizi) per rafforzare un sistema di welfare per il quale chi più ha più compartecipi alla spesa e chi con basso reddito, famiglia numerosa e/o in presenza di persone con disabilità, fruisce in maniera quasi o del tutto gratuita. Così come è necessario evitare che la Sanità, ed in particolare le lunghe liste di attesa costituiscano ritardo per la cura e/o ulteriore costo aggiuntivo (si allega D.C.R. n.762 del 28/06/2018 “OdG Lacorazza relativo alla riduzione delle liste di attesa”, art.4 e 72 della L.R.11/2018 e D.G.R.n.1178 del 16/11/2018 “Costituzione osservatorio regionale per i tempi di attesa”). Lo stesso diritto allo studio e alla mobilità rappresentano pilatri e diritti alla cittadinanza fondamentale per la tenuta e la coesione sociale.