Alcuni episodi incrociati con al centro esponenti leghisti in Consiglio regionale alimentano le voci di malesseri familiari. I pettegolezzi danno Dina Sileo in procinto di lasciare il Gruppo per crearne uno tutto suo. Molte le gatte da pelare per il Commissario Marti, messo a dura prova dal comportamento dei suoi Consiglieri: riuscirà a ricomporre i dissidi interni?

di Angelomauro Calza

Il ruolo del Consiglio regionale è senza ombra di dubbio quello di esercitare la potestà legislativa, e in questa ottica sicuramente la proposta di legge dell’Assessore Cupparo di riordino dei Consorzi Industriali andava meglio affrontata.

l’assessore Cupparo è ritornato al lavoro

Se in un primo momento l’assessore sembrava essere poco propenso ad aggiustamenti, probabilmente per le accuse che gli erano state rivolte da alcuni di non aver ripreso (perché di sinistra) quel che di buono c’era in un disegno di legge messo in cantiere dalla precedente maggioranza, ma mai arrivato a vedere la luce, con il trascorrere del tempo la sua posizione sembrava essersi ammorbidita, lasciando ampi spiragli alla messa a punto collegiale del provvedimento. Di sicuro alla fine Cupparo non aveva chiuso le porte alla discussione in Consiglio, e perciò non si aspettava un epilogo come quello di venerdì 22 gennaio scorso: avrebbe preferito che le perplessità venissero dichiarate e discusse. Ma ormai è acqua passata. O così sembrerebbe… Il problema sta forse – come qualcuno dice – nella nuova legge, quella che vede e regolamenta il meccanismo della nomina degli assessori e delle supplenze? Perché un assessore che lascia il mandato ha sempre il paracadute del rientro in Consiglio regionale? Che forse se così non fosse tutto funzionerebbe meglio? Che questo meccanismo condiziona non poco la tenuta delle maggioranze?

Il Governatore Bardi ritorna ad allenarsi con la sua squadra

E che se un assessore rientra in Consiglio ci sta un Consigliere che ritorna a casa? Magari per poi rientrare al posto di un altro assessore? E questo sarebbe ulteriore deterrente ai fini dei consensi personali? Voci riferiscono che di questo meccanismo a Cupparo non importasse nulla, in quanto pare che nella riunione di maggioranza di ieri abbia anche detto che nel caso in cui avesse lasciato l’assessorato avrebbe lasciato anche il Consiglio per ritornare alla sua attività, mai sarebbe tornato a sedersi tra i banchi dell’Assise dopo aver chiesto un chiarimento politico che non sarebbe arrivato! Seduto insieme a Consiglieri che lo avevano sostanzialmente avversato? Caratterialmente e non strategicamente non sarebbe mai potuto accadere. Di sicuro la riunione di maggioranza di ieri non ha sciolto alcune questioni, pur rimarcando il “non facciamoci del male” tra i partiti della coalizione, con il Presidente Bardi che in soldoni ha chiesto a Consiglieri e Assessori la conferma della volontà a continuare con lui, a collaborarlo, ricevendo in cambio il giusto credito, la giusta visibilità e la giusta fiducia da parte del Presidente nei confronti del loro operato in virtù di un mandato ricevuto dai cittadini che non va disatteso, soprattutto in questo momento di emergenza.

Il Sen. Roberto Marti, Commissario della Lega in Basilicata

Il Sen. Roberto Marti, Commissario della Lega in Basilicata

Certo, quel che desta perplessità sono gli evidenti malumori all’interno della Lega, che il commissario Marti (no, anche se il cognome si presta benissimo, dopo Manara, Nardone, Montalbano e Ricciardi, anche se per gli intrighi del momento ne ha le sembianze, non è un nuovo telefilm, tranquilli) non è ancora riuscito a sanare: la situazione appare davvero come un intrigato thriller. C’è chi ipotizza una staffetta tra Zullino e Coviello come Capogruppo leghista: e perché mai? Può essere che influiscano su una tale, eventuale decisione alcuni eventi che attengono più all’esercizio della funzione di Capogruppo? Ad errori di carattere più burocratico che politico? E allora forse anche al fatto che l’Ufficio di Presidenza, quello del suo compagno di partito, Cicala, non abbia approvato un provvedimento che ponesse rimedio ad eventuali errate interpretazioni? Sarebbe allora uno di quei casi in cui la politica non giustifica nè assolve, anzi ne approfitta?

Dina Sileo aspetta che si discuta la sua proposta di legge sull’infermiere di famiglia

Voci della notte, echi, parlano anche di una Consigliera Dina Sileo il cui lavoro testimoniato da innumerevoli proposte di legge e riforme giacenti, venga sostanzialmente snobbato all’interno delle riunioni di partito in favore sempre e soltanto di chiarimenti e beghe? Che non hanno mai trovato ad oggi alcuna soluzione? Per di più portando risultati negtivi probabilmente alle attese dello stesso Salvini. Ma allora c’entra forse la legge sull’infermiere di famiglia da lei proposta e che ancora giace nella Quarta Commissione, quella presieduta dal suo compagno leghista Zullino? Quella del manager a tempo? C’entra forse alolora anche quella sul gioco d’azzardo? Che è diventata legge,sì, ma dopo non pochi ostacoli? Ma se si incrociano tutti questi fatterelli fantasiosi, ma sulla bocca di tutti, è vero che nella Lega lucana c’è “t’mpesta e mal’tiemp’”? A fronte di queste sintetiche considerazioni, allora parrebbe proprio fondato il pettegolezzo della solita malelingua di via Anzio, quella capera maledetta, che ipotizza la imminente nascita di un Gruppo misto creato proprio da Dina Sileo? Beh, per la consigliera che non ha mai nascosto le sue simpatie per le azioni di Zaia e di quelli come lui, legate al “fare, fare bene e fare subito” si tratterebbe in buona sostanza di abbandonare il gruppo regionale della Lega, ma non le politiche leghiste? Quelle più largamente riconosciute come virtuose? Spesso anche dagli avversari? Quelle politiche che potrebbe a quel punto praticare in piena autonomia? Sì, qualcuno potrebbe dire che corre il rischio di ritornare a casa, in quanto è Consigliere supplente, ma questo qualcuno, sempre secondo i pettegolezzi che circolano, dimentica che in quanto donna potrebbe esserci – nel caso – sempre e comunque un assessorato per lei. Ma, se invece così non fosse, se il Gruppo Misto divenisse realtà, non è che poi anche qualche altro consigliere di “non convinta” opposizione, tipo chessò, un Cinquestelle, giusto e solo a titolo esemplificativo, potrebbe seguirla? Magari un qualcuno che cresciuto a pane a Alleanza Nazionale, pur in presenza di sirene da amarcord potrebbe nel dubbio preferire prima un passo nella via di mezzo? Beh, se avvenisse una cosa simile, potrebbe essere dirompente. In ogni caso, di sicuro nessuno potrebbe disconoscerle la maternità del Gruppo Misto, cavolo! Come sarebbe “si dice paternità”? Da sempre mater certa est, e mai come in questo particolare momento, a tutti i livelli, parlare di paternità è davvero un grosso azzardo: qualunque cosa nasca, chissà di chi è figlia veramente oltre alla madre che l’ha partorita!

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