Contraddizioni e ipocrisie di chi, non fondamentalista islamico, ma proclamato diffusore di democrazia e civiltà, forse tanto civile e democratico non è. Nel Michigan le donne non possono farsi tagliare i capelli senza il permesso del marito, mente nel Vaticano non hanno ancora diritto di voto (presenti al Sinodo, ma solo come uditrici)

di Angelomauro Calza

 

Lo dico subito per non ingenerare dubbio alcuno: nessuno intenda questo scritto come una difesa dei talebani! Anzi! E’ solo una riflessione per evidenziare contraddizioni e ipocrisie di chi, non fondamentalista islamico, ma proclamato diffusore di democrazia e civiltà, forse tanto civile e democratico non è. Il riferimento è ai paesi del mondo occidentale che probabilmente USA-dipendenti si sono accodati agli Stati Uniti anni fa in quella operazione di guerra che ha portato alla invasione dei Paesi islamici. La questione-donna è quella che interessa in questo contesto, non tanto il petrolio, gli interessi economici di famiglie presidenziali e/o quelli legati al mercato delle armi, le ragioni della pace e quelle della guerra.

La protesta di alcune suore che chiedono il diritto di voto per le donmne in Vaticano (ph. corriere.it)

No. Interessa la questione femminile, quella urlata richiesta di uguaglianza uomo-donna che in questi giorni di tumulti afghani sta tenendo banco ovunque: sui media, nelle discussioni al supermercato, nelle dichiarazioni di associazioni, movimenti e politici di tutti i colori; e anche del Vaticano che però – lo ricordo per introdurre altri esempi – è tra gli stati dove ancora alle donne non è concesso di votare (da poco ce ne sono una trentina presenti al Sinodo, ma solo come uditrici). Quel che leggerete è facilmente rintracciabile sul web: si tratta di leggi che riguardano la donna che sono vigenti in diversi stati e contee soprattutto americani, e vanno dal serio al faceto, ma mettono in evidenza – soprattutto sul “faceto” proclamato legge (se se ne sente il bisogno vuol dire che la cosa viene ritenuta seria…) – sempre e comunque la persistente differenza tra l’uomo e la donna. Come nel benevolo Arkansas, dove i mariti possono picchiare le mogli, ma non più di una volta al mese (benedetto il febbraio bisestile). In California, nella città di Carmel, le donne non possono indossare scarpe col tacco alto entro i confini cittadini. Nel Kentucky, a Owensboro le donne non possono acquistare cappelli senza l’autorizzazione del marito. Nel Michigan le donne non possono farsi tagliare i capelli senza il permesso del marito, mentre in Oklahoma le donne non possono acconciarsi i capelli da sole senza un’apposita licenza.

in Oklahoma le donne non possono acconciarsi i capelli da sole senza un’apposita licenza

Tempo libero? Hobby? Ecco che in Montana per le donne sposate è illegale andare a pesca da sole la domenica, mentre per quelle non sposate lo è sempre. Nel Vermont se una donna vuole portare la dentiera ha bisogno di un permesso scritto del marito, mentre in Virginia vige una legge che dichiara illegale fare il solletico alle donne! Finalmente una cosa in loro favore, e che cacchio! Ma anche altrove le cose non stanno poi in maniera tale da non rendere ipocrita qualunque dichiarazione in favore della donna in questo particolarissimo momento storico. La Russia, la Bielorussia e il Kazakistan hanno deciso di bandire qualunque indumento intimo di pizzo. Il paradosso tutto in american style del Delaware, dove una donna non può fare la proposta di matrimonio ad un uomo. Se accade potrebbe essere accusata di cattiva condotta. Dove sta il paradosso? Nel fatto che oggi il Delaware riconosce il matrimonio omosessuale, quindi ad una donna è possibile chiedere la mano di un’altra donna, ma non per quella di un maschietto. Nel 2012, nella maligna e malpensante Indonesia è stata diffusa una norma che vieta alle donne di sedersi a cavalcioni su una moto o una bicicletta (lascio a voi immaginare il perché). La polizia del regno dello Swaziland ha vietato l’uso delle minigonne perché «facilitano lo stupro.». Vogliamo ritornare a casa nostra? Beh, non è certo una legge, ma a Ferrara le donne con un brutto aspetto (ma chi giudica, poi? …Mah…) non possono lavorare nella produzione di formaggio, mentre, ritornando al Vaticano, ci sono leggi contro le donne che indossano i pantaloni e oltre a non poter votare non possono neanche aprire un conto in banca. Se gli esempi sembrano essere limitati a leggi su “cose da niente”, a “bazzecole” (ma non dimentichiamo che la donna spesso vive di queste piccole cose, ed ha il diritto di poterle vivere, ovunque nel mondo e ovunque nel mondo non dovrebbe lottare anche a costo della vita per poterle ottenere) la realtà potrebbe nascondere ben altre e più serie violenze che vengono nascoste proprio dando evidenza alle prepotenze meno gravi. Nessuno può ergersi a figura immacolata quando si parla di rispetto per la donna e per l’essere umano in senso lato e farsi bello di fronte alle tante nefandezze che i talebani e i fondamentalisti islamici commettono nei loro confronti: si deve agire (magari anche cancellando queste leggi insulse, intrise di apparente bigottismo che nasconde altro?), se ne deve parlare, ma più che altro bisogna rafforzare il concetto che stare dalla parte delle donne vuol dire operare tutti insieme per conseguire quella democrazia che ancora è da conquistare, al di là di proclami e autostime da “vantaiotta”. Ecco, tenendo conto di quanto sopra, e soprattutto fatti i debiti distinguo, pongo la domanda finale: ma, sotto sotto, oltre che bigotti, non è che siamo tutti, “NU POCO POCO”, talebani? No, perchè se così fosse, per la proprietà transitiva, i talebani sarebbero “NU POCO POCO” pure occidentali…

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