Martedì a Roma Martina incontra gli stati maggiori del partico lucano. Intanto spuntano ipotesi Valluzzi e Adduce per la candidatura alla Presidenza della Regione. Margiotta regista per Lacorazza Segretario?

 

di Angelomauro Calza
Maurizio Martina

Maurizio Martina

E se finisse come nella batracomiomachia? E se la battaglia tra rane e topi, causata da un serpente, grazie all’intervento di Zeus, terminasse con la vittoria… dei granchi? Metafora del dubbio legittimo che sorge un attimo dopo aver riflettuto sul senso della convocazione a Roma degli stati maggiori del Partito Democratico di Basilicata che martedì saranno a colloquio con Matteo Ricci, responsabile degli Enti Locali in seno alla Segreteria Nazionale, ma più verosimilmente con lo stesso Martina che proverà a mettere ordine (o dare ordini?) nell’intricata matassa del PD lucano, consapevole che gli elementi opposti dai magistrati a carico di Marcello Pittella sembrano essere labili, sì,ma a livello politico sono di enorme importanza. E’ una situazione che colpisce sul piano umano, ma che rende impellente decisioni anche drastiche da parte del PD.

marcello pittella

marcello pittella

Nel frattempo non è che si stia con le mani in mano, certo, ma le ipotesi di guida del centrosinistra alla Regione in chiave Governatorato che incessantemente si pongono e ripropongono all’attenzione dei cronisti sono poco credibili, non tanto per i ragionamenti da cui scaturiscono, che sono per lo più validi e realistici, quanto per la possibilità concreta di fattibilità, alla luce delle mille sfaccettature che compongono un’idea di leader, di “candidato di tutti”. Se fino ad ora si è preso tempo, fiduciosi in una conclusione rapida della prima fase di inchiesta che ha visto la magistratura porre al centro della questione il Presidente della Regione Marcello Pittella, il fatto che lo stesso debba ora aspettare i tempi – che si ipotizzano lunghi – del ricorso in Cassazione ha provocato una accelerata alle elaborazioni strategiche in casa del PD, ma anche in tutto il centrosinistra. Si parte sempre e comunque dal dato che nessuno, da destra a sinistra, può nemmeno pensare all’azzardo di correre da solo e vincere. In quest’ottica il centrodestra sembrerebbe che si stia attrezzando al meglio con un patto forte tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. A nulla invece parrebbero essere serviti i tentativi di approccio e gli inviti rivolti ai M5S dai primi due per il tramite di Pepe e Rosa: i Cinquestelle hanno risposto picche. Fatti loro. Per il centrosinistra invece, a quanto pare, l’animosità che si è sviluppata all’indomani delle operazioni di polizia dovrebbe comunque convincere tutti gli alleati a compiere uno sforzo e convergere su un solo nome, in maniera unanime, e senza passare possibilmente per delle dannosissime primarie, che seppur sventolate come elemento di massima democrazia, oltre al fatto che nessuno ci crederebbe mai, potrebbero mostrare ai cittadini una partecipazione talmente bassa da far perdere credibilità a qualunque progetto riformista e di rinnovamento si decidesse di proporre.

Roberto Speranza

Roberto Speranza

Si dovranno attendere anche le determinazioni di LeU, dopo l’assemblea di Roma, ma anche per Roberto Speranza (che a minuti dovrebbe essere eletto segretario dall’assemblea di MdP Articolo 1) e i suoi l’ipotesi unitaria non può non essere tenuta in debita considerazione. Speranza, a dispetto della giovane età, è uomo scaltro politicamente e strategicamente, non potrebbe mai accettare di competere ad una tornata elettorale già da perdente pe r la seconda volta in pochi mesi, da quest’orecchio non ci sente: troverà con gli altri modi, toni, strategie e ragioni per presentarsi uniti e compatti, anche senza ottenere il premierato per uno dei suoi, fatto salvo che l’unico nome di LeU spendibile per la Presidenza della Regione è proprio e solo il suo, come pare essere stato già ipotizzato sin da prima dell’intervento della Magistratura. Nel PD si avverte finalmente forte la necessità di cambiamento, e questo potrebbe avvenire, per esempio, proponendo come candidato Governatore un nome che faccia da collante delle diverse anime, e in questo senso uno, il più spendibile, che al momento sembrerebbe in grado di ricoprire questo ruolo è l’attuale Presidente della Provincia, il socialista Nicola Valluzzi.

nicola valluzzi

nicola valluzzi

Lui è uomo di partito, di coalizione, uomo di ascolto e di proposta, mai chiacchierato, volto pulito, lavoratore, ma resterebbe un dubbio che potrebbe pervaderlo: ne vale davvero la pena? Chi mi vota? E se non arrivassi nemmeno secondo? In parole povere: è Valluzzi così politicamente filantropo da accettare la sfida che lo porterebbe drasticamente a scegliere tra l’essere il salvatore della patria o l’agnello sacrificale, a passare dal Volo dell’Angelo al volo dell’addio? Valluzzi è giovane, merita altre opportunità che diano maggiore certezza alle sue giuste ambizioni e alle sue doti che rischierebbero così di essere gettate a mare e farlo invece sparire definitivamente dalla scena. E allora? Allora c’è bisogno forse di qualcun altro, qualcuno che abbia già avuto tanto dalla politica, che è ancora sulla breccia, moralmente intonso, e che potrebbe tranquillamente accettare la sfida tra le due ipotesi di cui sopra: o concludere alla grande, con una vittoria e cinque anni da Presidente della Regione, oppure, se dovesse andare male, pazienza, ha dato comunque il suo contributo alla causa sacrificandosi per il progetto di un centrosinistra ritrovatosi all’improvviso in crisi di identità, senza uomini spendibili e credibili per potersi candidare ancora a governare una regione allo sbando.

salvatore adduce

salvatore adduce

E chi potrebbe essere l’interprete ideale di questo ruolo se non Salvatore Adduce, che avrebbe tra l’altro dalla sua anche il fatto di essere materano, di rappresentare cioè quella metà del cielo lucano che dal 2005 attende di poter esprimere un altro Governatore, dopo il quinquennio di Filippo Bubbico? Anche in questo caso il tentativo estremo sarebbe quello di recuperare in termini di consensi parte di quel terreno perso nell’arco di pochi mesi prima, e di aver ricevuto il colpo di grazia in un solo giorno poi. Ma potrebbe a questo punto la riunione romana portare Martina a chiedere di dare un segnale di reale interruzione di rapporti col passato affidando le sorti del partito a un uomo di esperienza che già ha svolto il ruolo? Potrebbe arrivare fino al punto di chiedere a Mario Polese di fare un passo indietro, magari in favore di Piero Lacorazza?

mario polese

mario polese

Al di là di tutto, ci sarebbe poi l’ulteriore elemento che proprio Lacorazza era tra i più strenui sostenitori del progetto che vedeva Marcello Pittella “abdicare” in favore di una persona terza, autorevole, “magari donna magari materana” (e quando scrivevamo giorni fa di questa ipotesi la mente già correva a Carmela Suriano o a Carmen Lasorella), e che però ha dato il suo voto contrario alla sfiducia verso lo stesso Pittella, l’altro giorno in Consiglio. Quindi un Lacorazza non più antagonista di Marcello Pittella, ma segretario, magari in appoggio di Salvatore Adduce candidato Presidente, anche se tra i due politicamente non è mai corso buon sangue. Come pure non più antagonista di Marcello Pittella, ma segretario, magari in appoggio di Nicola Valluzzi, anche se, un tempo amici, hanno poi politicamente rotto. Però certe cose mi si decidono o si fanno da soli, c’è bisogno di chie l cose le studia, le matura e poi cerca di realizzarle. Ecco, una operazione del genere, vale a dire Lacorazza Segretario e Valluzzi o Adduce candidato presidente potrebbe rappresentare il capolavoro di quello che al momento sembrerebbe reggere le redini del gioco: il senatore Salvatore Margiotta che se riuscisse nell’operazione raggiungerebbe una serie di risultati più che positivi per se stesso e per il PD lucano. In questo caso però si tenterebbe comunque di blindare la candidatura di un Mario Polese che dovrebbe e potrebbe accettare di fare un passo indietro, ma uno solo, in favore del salvataggio di un partito e di una coalizione attualmente data in grandi difficoltà dai sondaggi. E così tra rane e topi, in guerra per colpa di un serpente, vincerebbero i granchi anche nel PD lucano, grazie all’intervento di Zeus.