Con il riconoscimento dell’Unesco Matera ha avviato un processo di valorizzazione culturale e del territorio che ormai dura da molti anni. La città ha attuato un recupero conservativo dei Sassi e non solo, ed oggi rivive grazie ad attività ricettive, commerciali e artigianali. Testimonianze molto interessanti sono oggi le case-grotta, i vicinati e gli antichi forni di quartiere.

di Basilicatadiscover

A Matera, nel centro storico dei Sassi, sono state allestite alcune case-grotte, le tipologie più rappresentative della vita e della cultura contadina, per far rivivere e capire come vivevano le popolazioni prima dello sfollamento forzato voluto da De Gasperi nel 1954.

Disposte spesso su più livelli, con annesse stalla e cantina, è possibile ammirarvi la presenza di arredi e utensili dell’epoca in cui erano abitate, per avere un’idea di come si svolgesse la vita familiare. La luce arrivava dall’alto, come nelle abitazioni nordafricane, e la temperatura interna rimane costante a circa 15 gradi, grazie alla massa termica formata dal tufo.

forni di quartiere a Matera

forni di quartiere a Matera

Una casa grotta rappresentava una cellula di un organismo più complesso, il “vicinato”, dove erano presenti servizi utilizzati in comune quali il pozzo e il forno per cuocere il pane.

I forni erano strutture nelle quale le donne andavano a cuocere il pane impastato a mano. Erano forni comuni, usati da tutto il quartiere, perciò ognuno aveva un proprio sigillo, una specie di timbro in legno con cui marchiare l’impasto prima della cottura. Nei sigilli ci potevano essere le iniziali della famiglia o il nome di una singola persona.

Matera è bella da visitare anche per approfondire in che modo l’uomo sia riuscito a valorizzare ogni anfratto di questo canyon chiamato gravina, ampliando le grotte naturali presenti sui suoi lati scoscesi, e con l’uso sapiente di canali di drenaggio e cisterne per la conservazione delle acque piovane.

Da Piazza Vittorio è possibile accedere a degli scavi tramite cui arrivare alla Matera Sotterranea, qui è possibile visitare “Il Palombaro Lungo”, la  più grande cisterna esistente per la raccolta delle acque sorgive e piovane, alta circa 18 metri e larga 50 con una capienza di circa 5 milioni di litri d’acqua.