Presentato l’ultimo libro del famoso chef lucano, frutto di ricerche storiche e religiose. Alla Fattoria sotto il cielo la tappa potentina nell’ambito della rassegna Letti di sera
di Angelomauro Calza
![Federico Valicenti ph. Luisa Calza](https://www.angeloma.it/wp-content/uploads/2019/06/20190618_211417-e1561911527174-225x300.jpg)
Federico Valicenti ph. Luisa Calza
…che se uno si chiama Federico, mica è automatico che sia il Federico lucano più importante e conosciuto dopo quello delle Constitutiones Melphitanae e della caccia al falcone… e che se uno è cibosofo lo è davvero, mica si sveglia una mattina e decide di esserlo e di farsi appellare così… E Federico Valicenti, conosciuto chef lucano, apprezzato anche al di fuori dei confini regionali, con incursioni persino in manifestazioni internazionali e televisive di quelle che contano, cibosofo lo è davvero. Una cibosofia, la sua, fatta non solo di ricerca storica e di riproposizione di antichi e ancestrali piatti dei tempi che furono, ma è fatta di riflessione per carpire, sì, vecchi segreti e dimenticate ricette, ma soprattutto per capire.
![un momento della serata (Ph. Luisa Calza)](https://www.angeloma.it/wp-content/uploads/2019/06/20190618_200149-300x225.jpg)
un momento della serata (Ph. Luisa Calza)
Per capirle e poi per spiegarle, raccontarle, narrarle da affabulatore di orecchie e di palati. E poi sentirne l’odore, toccare, gustare, ammirare estasiati quel Paradiso che si erge da una tavola imbandita con pietanze fatte di usi, costumi e tradizioni, tramandati con il lavoro letterario, l’ultimo in ordine cronologico, di Federico Valicenti: “Dalla tavola lucana al Paradiso”.
A Potenza il libro è stato presentato alla Fattoria Sotto il Cielo, dove una sessantina di fortunati e appassionati ammiratori del cibosofo, insieme a qualche curioso, hanno potuto prima ascoltarlo e poi… gustarlo, questo chef che rappresenta l’archetipo della sua categoria: ben pasciuto, pacioccone, gioviale, giuggiolone, di grande cultura, sempre disponibile con un sorriso stampato sul volto che ti dà piacere già solo a vederlo. Lui viene da Terranova del Pollino, “là dove finisce la strada nazionale”… essì, non so voi, ma io la prima e unica volta che ho visto un cartello con su scritto “fine strada nazionale” è stato proprio a Terranova del Pollino, cuore del Parco, pancia della cultura gastronomica lucana grazie proprio a Federico Valicenti e al suo “Luna rossa”, ristorante rinomato, dove un giorno squillò il telefono: “Salve, la stiamo chiamando da Masterchef”… “ma vid’ addò t’ n’eia jì…” rispose, chiudendo immediatamente la comunicazione. Richiamarono, fino a quando si convinse che era una telefonata vera. Ed andò a fare il giudice in trasmissione facendo riprodurre ai concorrenti piatti della tradizione lucana da lui riscoperti e proposti regolarmente a tavola nel suo ristorante. La serata del Pantano di Pignola è stata organizzata, nell’ambito di Letti di sera, da Simona Bonito, che ha anche curato la prefazione del libro, mentre a presentare e intervistare Federico Valicenti c’era Virginia Cortese. Presente anche un coraggioso, strenuo e appassionato editore materano, Teo Papapietro, “boss” della Magister edizioni che ha curato l’uscita del libro. Subito dopo tutti a cena, dove sono stati serviti dei piatti tratti proprio dalle tante ricette presenti nel libro scritto da Valicenti, come da menu a corredo di questo pezzo.
![il menu](https://www.angeloma.it/wp-content/uploads/2019/06/20190618_214036-e1561911623891-225x300.jpg)
il menu
Per suscitare la giusta dose di curiosità, qui si anticipa solo che anni fa Federico incontrò un monaco e, parlandoci, scoprì che era possibile sapere di piatti e di ricette attraverso la storia di Gesù, essendo stato lui stesso- Gesù – un prezioso cultore e custode di ricette che ha tramandato nei secoli attraverso le sacre scritture. Quali? Come?… beh non resta che leggere il libro, intanto è nata l’Associazione dei Cibosofi”, di cui Angelomà.it sarà la voce, in uno con lo chef Federico Valicenti e con i presenti alla Fattoria sotto il cielo. Nelle foto di Luisa Calza alcuni omenti della serata.