Di Valter Lavitola si sono occupate le cronache nazionali dal settembre 2011, collegando il suo nome a vicende giudiziari di cui tutti hanno ampiamente parlato, scritto e reso conto. Dall’affaire Tulliani, smascherato dall’Avanti di cui Lavitola era proprietario sino alle vicende della compravendita di senatori si è scritto di tutto. Pochi giorni fa l’ultima intervista rilasciata da Valter Lavitola al Riformista, ma sempre in relazione a fatti tutto sommato recenti. Ma dove e come nasce il personaggio Lavitola? Ecco, quello che oggi è un ristoratore al Gianicolo per la prima volta concede una intervista in cui racconta di lui, di quel ragazzo diciassettenne che per la prima volta, grazie a Gianni Pittella, si affacciava in politica con il Partito Socialista e che vent’anni dopo arrivò all’Avanti!

di Angelomauro Calza

Come buona regola raccontiamo una storia, la tua, dagli inizi. E allora: C’era una volta un ragazzo e c’era un candidato alle Elezioni per il rinnovo del Consiglio Provinciale di Potenza del 1985. Il ragazzo eri tu, il candidato pure. Come mai fosti candidato?

Valter Lavitola

Avevo Appena compiuto 18 anni, il 16 giugno. Mi candidai quando non avevo ancora 18 anni, li compii durante la campagna elettorale.

Famiglia originaria lucana, di Noepoli…

Papà andò a studiare all’Università a Napoli, poi ci rimase.

Ma la candidatura alla provincia di Potenza, nel Collegio di Senise-Noepoli-Val Sarmento come è venuta fuori? Il Senatore Pittella, padre di Gianni, e papà erano amici da una vita, e Gianni Pittella che in quegli anni, da studente di medicina, frequentava papà che era nel frattempo diventato professore universitario, chiese proprio a papà questa cosa… di candidarmi con il Partito Socialista.

Fu quindi una volontà di Gianni Pittella prima che tua? Ma figurati… io avevo 17 anni… diciamo che fu una idea di Gianni che la propose a papà e io l’abbracciai entusiasta.

Con quali risultati poi, al di là della non elezione?

Beh, con me nel Collegio il Psi passò dall’11 al 22%. Fui mi pare il primo o il secondo dei non eletti.

Ricordo quando arrivavi con una Pallas per girare tutti i comuni del Collegio. Un’opera promozionale per te e per il Psi?

Quello sì. Feci sei/otto mesi di campagna elettorale.

Ma tu eri socialista prima della candidatura?

Ma a quell’età… come fai a dire se eri socialista o di un qualunque altro partito… però da quel momento e sino ad oggi sono rimasto socialista.

Diciamo quindi che è stata un’esperienza che alla fine ti ha plasmato politicamente?

E’ stata un’esperienza eccezionale. l’esperienza più importante della mia vita sul piano politico, quella che più mi ha segnato, in assoluto.

Noepoli

Più di quella candidatura al Parlamento Europeo arrivata anni dopo?

Siiii… infinitamente. Neanche a dirlo! Pensa che a Noepoli, il mio paese di origine, su 950 votanti presi 800 voti e rotti!.

Nel programma che presentavi tra i tanti impegni  ci stava anche un qualcosa che riguardava una tua passione: la caccia. L’istituzione di una sorta di riserva o qualcosa del genere…

No, non fu in quella campagna elettorale, ma subito dopo. La proposi a Lauria dopo qualche mese. Proposi di istituire una azienda faunistica venatoria, che sarebbe stata una delle prime in Italia. Parliamo di prima del 1990. E anche se non ricordo bene chi fosse il sindaco dell’epoca, ricordo che votarono in Consiglio comunale. Lauria aveva una enorme estensione territoriale, con terreni non utilizzati, ed io ero e sono convinto che ci fossero le condizioni per fare una operazione di carattere sociale. In Basilicata il turismo fa ancora acqua e in particolare il turismo venatorio viene sottovalutato, ma ci sono regioni dove fa dei numeri importanti e la Basilicata nel mondo venatorio è un luogo di grande interesse, ma essendo molto restrittivo l’accesso per i non residenti, una riserva in quella zona sarebbe stata una bella cosa.

Lauria e l’area interessata alla riserva (Ph. di Lauria Cultura)

Qualcuno obiettò che era anche zona di un Parco Nazionale

No, no. L’area interessata era al di fuori del perimetro, ai margini del Parco del Pollino. E il Consiglio comunale deliberò anche favorevolmente. Poi ci fu un sommovimento di un gruppo di associazioni ambientaliste che si oppose e la cosa fallì.

E quindi tu te ne tornasti a caccia in Scozia…

Valter Lavitola prende ordinazini al suo ristorante al Gianicolo

Beh, anche lì intorno, ma in Scozia come no?

Ma questa tua grande passione ce l’hai ancora?

Sì, certo

Però ora operi ne campo della ristorazione non con la cacciagione, ma con specialità ittiche…

Per fortuna, perché se avessi operato nel campo della cacciagione o comunque della carne sarei diventato un obeso.

Tu eri un giovane intraprendente, promettente, all’epoca nonostante la giovane età ti autoproponevi anche per andare a ricoprire delle posizioni importanti all’interno dello scacchiere degli enti subregionali. Eri sicuro di te…

Beh, all’intgerno dello scacchiere degli enti subregionali non ricordo…

A livello di incarichi in ASL…

Può essere, ma non ricordo bene,  all’interno del Partito sì. Ricordo Di Mauro che mi dava retta

Gabriele Di Mauro

Gabriele DI Mauro, Segretario regionale dell’epoca che poi nell’’85 fu eletto alla regione?

Lui curava un bel gruppo di giovani. Sì, nel partito entrai nel Comitato regionale, cercai e trovai spazio, ma negli enti no.

I tuoi rapporti quindi nascono grazie a Gianni Pittella, che era però su posizioni antagoniste a quelle del gruppo formato da Di Mauro, Schettini, D’Agostino, Savino ed altri. Come ti rapportavi con l’altra parte del Psi?

Premettiamo che sono passati più di 30 anni, quindi non è che ricordi tutto e bene, però sicuramente con Gianni ho mantenuto rapporti eccellenti. Papà è stato suo testimone di nozze, erano rapporti familiari eccellenti, poi quando siamo diventati grandi diciamo che ci siamo persi di vista… per fortuna sua… però il rapporto privilegiato, ricordo, con chi mi dava più retta era Gabriele di Mauro. Però ricordo anche che Nicola Savino, eletto Deputato, diventò Presidente di una Commissione parlamentare sulla condizione giovanile o qualcosa del genere, ora non ricordo molto bene e con lui mi interfacciavo spesso. Se ben ricordo quando ero nella Direzione nazionale della Giovanile, ci diede dello spazio, mi fece promuovere come Federazione giovanile una iniziativa a livello internazionale che coordinai io. Ma alla fin fine io mi rapportavo bene un po’ con tutti. La persona però cui mi sono sentito più vicino era Gabriele.

Valter Lavitola con la rpima pagina dell’Avanti! dedicata al cognato di Gianfranco Fini

Poi cosa accade? Trascorso quel momento di attivismo legato alla candidatura a Consigliere provinciale la tua attività si è spostata più su Roma – o quantomeno era quella più visibile – che non a livello locale e regionale. E a un certo punto ci ritroviamo con Valter Lavitola che rileva l’Avanti!?

Sì, ma è un salto di decenni…

Certo, ma in questi trent’anni di buio, di tracce non rilevate né rilevabili in loco di attività politica di Valter Lavitola, cosa è successo? Cosa ha fatto Valter Lavitola? Come è arrivato all’impresa che definire coraggiosa è poco, di rilevare l’Avanti!, un quotidiano storico di grande importanza?

Un momento dell’intervento di Bettino Craxi al Congresso della Federazione Giovanile Socialista

Ehhh… ma io in Basilicata ho continuato a tenere rapporti anche politici almeno fino al 2000, fino a quando abbiamo rilevato l’Avanti. Ancora in quegli anni io operavo nel campo della promozione dello sviluppo sostenibile. Prima entrai negli organismi del Psi, poi facemmo una associazione con il gruppo dirigente che si occupava di sviluppo sostenibile, pensa che si chiamava “Cacciatori dell’Ambiente”. La prima tessera l’aveva Bettino Craxi, Presidente era Vincenzo Balzamo e poi c’era tutto il gruppo dirigente del Partito. Poi iniziai a collaborare con iL Dipartimento internazionale che Craxi aveva alle Nazioni Unite. Ebbi il privilegio di conoscerlo. In quegli anni lui dava molta importanza e spazio ai giovani. Pensa che pochi giorni fa Bobo mi ha mandato una foto di quando avevamo 20 anni, una delle manifestazioni costitutive della Giovanile dove c’era il papà che stava parlando. Poi nel 1992 partecipai proprio grazie a Craxi, alla Conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile a Rio de Janeiro. Fu di fatto la prima grande conferenza da cui sono nate tutte le Agende che si rinnovano periodicamente, tipo l’Agenda di TOKIO. Nascono tutte da lì.  Pensa che c’era il Primo Ministro norvegese Gro Harlem Brundtland:   era una donna in gambissima, che elaborò la teoria dello sviluppo sostenibile, che se oggi è patrimonio di tutti, venti trent’anni fa nessuno sapeva cosa fosse, il termine non era noto. Partecipai a questa conferenza di Rio dove non potevo manco immaginare di cosa si trattasse, ma pensa quanto fosse importante: c’erano Capi di Governo, Capi di Stato, Ministri… e io che praticamente sembravo un bambino che gironzolava tra i padiglioni, tra le segreterie di queste personalità… e ci ho fatto un libro, il mio primo libro proprio su questa cosa. Furono gli atti di quella Conferenza. Poi ho continuato. Quando tornai a Roma ne parlai proprio a Craxi e a Giuliano Amato e li convinsi a promuovere un Comitato Interparlamentare per lo sviluppo sostenibile al quale hanno aderito circa 300 parlamentari in maniera trasversale, di tutti i Gruppi. C’era Mussi, c’era Alemanno… Andreotti… credo fosse il 1993… prima della nascita di Forza Italia. Avemmo gli Uffici del Parlamento… promuovemmo un sacco di iniziative… Poi Presidente divenne proprio un esponente di Forza Italia…

Hai nominato Forza Italia. E allora quali erano i tuoi rapporti con Forza Italia?

Valter Lavitola con Silvio Berlusconi sul palco di una manifestazione

Conobbi Berlusconi a cavallo dell’organizzazione del partito, della sua nascita e di fatto i rapporti li avevo quasi solo con lui. In parte anche anche con il gruppo che lo costituì: Mennitti, Dell’Utri, Previti…

…e poi tutta la pattuglia degli ex Psi, come Cicchitto e gli altri… No. Quelli vennero dopo. Forza Italia ebbe uno dei suoi mentori, poco noti al grande pubblico, che risponde al nome di Francesco Colucci, storico parlamentare socialista di origine brindisina eletto a Milano. Ad oggi credo sia il parlamentare con il maggior numero di anni passati in parlamento in assoluto, roba di 35-40 anni, molte volte al Governo col Psi, Questore della Camera mi pare per due o tre legislature. Ed era l’uomo che sostanzialmente era il riferimento socialista di Forza Italia in quegli anni. Era stato uno di quelli che ci ha aiutato per la creazione di questo Comitato Interparlamentare di cui parlavo prima. Pensa, era il Presidente della Fipsas, la Federazione della Pesca sportiva del Coni, e in quanto tale, siccome la teoria di base dello sviluppo sostenibile era che tutti quelli che hanno a che fare con l’ambiente devono cercare di far sì che le attività che portano avanti siano ecologicamente sostenibili, e quindi trovare delle soluzioni per le quali ad esempio non c’è pesca indiscrimintata e quant’altro, era indispensabile il confronto

E poi? Che sviluppi ha avuto questa iniziativa, questa associazione?

E’ morta con la mia dipartita dall’impegno politico e pubblico attiva, quando mi hanno arrestato…

Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie che ti hanno interessato… ma come nasce l’amicizia con il Presidente di Panama?

Beh… lui era italiano di nascita, aveva doppio passaporto. Anzi, è italiano di nascita

Come si chiama?

Riccardo Massimelli. Dopo (o a causa) di questa esperienza internazionale che ebbi a Rio de Janeiro, poiché la politica internazionale è stata da sempre una mia passione, giungi alla conclusione che uno dei modi più semplici di stabilire contatti in giro per il mondo è avere un filo a cui aggrapparti. Non ricordo come mi venne l’idea: visto che l’emigrazione dall’Italia ha portato gente in tutto il mondo, mi dissi  “caspita, ma qualcuno davvero importante ci deve stare” e scoprii davvero un mondo, quello delle associazione degli italiani nel mondo. Mentre oramai qui in Italia la solidarietà è roba su cui mettere ormai una croce sopra tranne rare eccezioni, tipo questa telefonata nostra… che ti confesso, io non ho mai voluto rilasciare interviste, ma mai mai. Dalla vicenda di Fini ad oggi ne ho rilasciata una solo pochi giorni fa al Riformista, ma solo per la questione del Presidente, ma non ho mai voluto parlare con nessuno delle mie vicende. Non ho mai parlato di niente. Poi se mi chiama il mio vecchio compagno amico della FGS Angelomauro Calza, con il quale avevamo scontri quotidiani… noi siamo diventati amici dopo, quando si chiuse quella parentesi… Non potevo non parlare con te

Beh, sì… quando io lasciai la Segreteria Giovanile a… ma vabbè, queste sono cose che con questa intervista c’entrano poco, solo magari un cenno già finito

Io contribuii alla elezione del tuo successore, a te non gradito… perché ero ovviamente su posizioni diverse dalle tue…

Beh, diciamo che le pressioni dall’alto lo favorivano, ma l’assetto della Giovanile non doveva essere quello…vabbè, acqua passata

Mi stai facendo fare una galoppata a ritroso di fatti che proprio mi erano passati di mente…

E allora torniamo a bomba: come lo hai conosciuto stò Presidente panamense? Me lo dici o no?

Lui era uno dei leader dell’associazione sia negli Usa che in America Latina. Un grande industriale, un grande imprenditore. Lo conobbi prima che fosse eletto Presidente. Poi ci siamo rivisti e così…

Ma di quale regione è?

Lui è di Lucca

Un toscano trapiantato nell’altra metà del mondo…

Oggi i sondaggi lo danno di nuovo al 60 percento.

Perché ora non è più Presidente, diciamolo…

Valter Lavitola con Silvio Berlusconi e con l’allora Presidente del Brasile, Lula

Essì. Lui ha avuto anche delle vicende giudiziarie, è stato arrestato, ha avuto un sacco di problemi. Poi è stato scagionato.

Un po’ Come Lula?

Essì, quando capita, capita brutto…

E quindi dopo un intervallo di penombra dell’attività politica in Basilicata hai preso l’Avanti. Ora bypassiamo tutte le vicende che ti hanno portato sulla prime pagine dei giornali, e veniamo ad oggi. Chi è e cosa fa oggi Valter Lavitola?

Beh, chi è…  quello di prima, con parecchi anni ed esperienze in più, molte negative, ma tante positive

Hai moglie, figli?

Sì, sì… purtroppo ho divorziato dalla prima moglie, ora ho una nuova compagna e un bambino piccolo. Ho un figlio grande, 17 anni, che – pensa un po’ – conosce tutta la storia del Partito socialista. Fa politica giovanile e mi assomiglia pure, spero e sono certo che non mi somigli nelle disavventure. Però è appassionato come lo eravamo noi all’epoca.

Quindi ti dà soddisfazioni?

Molte. Ieri sera mi ha scritto che hanno fatto una riunione con un candidato, hanno fatto un movimento studentesco… roba che mi fa fare passi indietro di trent’anni

E quando vedi un giovane che si appassiona alla politica (quella di una volta) io sto bene. Sono scomparsi luoghi di discussione e di crescita e formazione politica.

Mio figlio con me parla di queste cose e ho scoperto che ci sono un sacco di giovani che fanno politica. La cosa è positiva e dà fiducia per il futuro.

Senti, ma giusto per concludere collegandoci all’incipit: ma poi il rapporto con Gianni Pittella? Come si è evoluto? Ti senti ancora, lo hai visto?

il sen. Gianni Pittella

No, non più. Prima delle le vicende giudiziarie che mi hanno interessato ogni tanto lo incrociavo, ci salutavamo in maniera sempre affettuosa. L’ho incrociato anche dopo, per strada… per carità… è anche comprensibile: ci siamo salutati, ma lui è stato un po’ freddo. Invece per caso un giorno vedo al ristorante un signore dall’aria familiare che mi guarda e sorride: era Gabriele Di Mauro. Ed ho scoperto che stava lì perché la figlia abita proprio all’angolo. Ci siamo salutati affettuosamente. E’ sempre lui, sempre lo stesso. Mi ha promesso che ritornerà.