Una dura nota di Venosa 2024 che racconta la vicenda e individua le responsabilità. A nome dei cittadini dell’Area chiedono: considerato che si è dichiarato l’errore nell’indicare Venosa Covid Hospital e che si è data garanzia sulla restituzione dei servizi si può sapere quando questo avverrà?

 

“In Regione Basilicata l’occhio alla sanità continua con uno strabismo che non si può più tollerare”: è quanto dichiara Francesco Mollica, capogruppo di Venosaduemilaventiquattro in Consiglio Comunale a Venosa e già presidente del Consiglio Regionale.

Franco Mollica

Franco Mollica

“Infatti, continua Mollica, da oggi 11 Maggio nella quasi totalità del territorio di Basilicata si potrà accedere alle visite ambulatoriali mentre nel territorio di Venosa e circondario non più altrettanto. Abbiamo assistito, non molti giorni fa, ad una videoconferenza in cui non si sono risparmiati atteggiamenti affettati e salamelecchi all’Assessore Leone il quale, evidentemente lusingato dall’essere definito medico prima ancora che Assessore, dimenticava il suo ruolo istituzionale e sciorinava promesse dichiarando che il POD di Venosa sarebbe ritornato come prima con qualcosa in più, dando dal 4 al 11 Maggio come date pressoché certe per il ritorno delle attività ambulatoriali”.

“False promesse! – le giudica l’ex Presidente del Consiglio regoinale –  Ad oggi alcun atto sembra comparire sul sito dell’ASP a conforto e conferma delle dichiarazioni riguardanti l’Ospedale di Venosa, alcuna solerzia abbiamo visto come invece quella adottata quando, con nota dipartimentale della Regione N° 4633 del 17 marzo, il POD di Venosa viene dichiarato Covid Hospital, non la stessa celerità che ha mostrato la direzione  dell’ASP quando, con nota N° 29321 del 19 marzo, sposta i malati in altri plessi, interrompe qualsiasi attività all’interno del nosocomio di Venosa e dispone gli spostamenti in ambienti e locali che non hanno però alcuna idoneità allo svolgimento di qualsiasi attività (ma neanche per la sola permanenza) da parte del personale dedicato; ed in effetti, dette strutture, sono oggi utilizzate in barba a qualsiasi norma sanitaria e di idoneità. La velocità con la quale si è provveduto a tutto ciò, in barba a tutte le norme di trasparenza e legittimità, mi lascia basito – dichiara ancora Mollica – basti pensare che gli atti di gara sono tutti successivi agli spostamenti e a cose fatte (come i ladri di notte) e gli atti sono successivi ai lavori…ma di questo e della modalità con cui si è agito credo se ne occuperanno altri organi”.

La nota continua con degli interrogativi: “Alla comunità venosina invece e a quella del Vulture alto Bradano così come agli operatori sanitari interessano poco le chiacchiere, interessano al contrario date certe; considerato che si è dichiarato l’errore nell’indicare Venosa Covid Hospital e che si è data garanzia sulla restituzione dei servizi si può sapere quando questo avverrà? Non si potrebbe – chiede e si chiede Mollica –  utilizzare la stessa solerzia che si è utilizzata per lo smantellamento? Si possono rendere i servizi ai cittadini non facendoli sentire cittadini di serie B e non prenderli in giro? E’ una cosa così difficile per questi signori che tanti danni hanno prodotto?

franco mollica

franco mollica

Ma tra questi signori (i “nostri” rappresentanti politici del territorio) c’è chi si è svegliato in ritardo e chi, dopo aver operato per giungere a questo stato di cose con tanto di dichiarazione congiunta insieme a rappresentanti del governo regionale, adesso vuole operazioni verità…Ma davvero non si vergognano?  Possiamo smettere di parlare del passato e guardare al presente? La pazienza credo si sia ormai esaurita – conclude il rappresentante di Venosa 20320 – e per questo pretendiamo che chi deve farlo si muova, magari anche approvando gli atti dopo aver riportato il nosocomio alle sue funzioni originarie così come si è fatto per lo smantellamento. E se anche volessimo considerare un “regalo” i letti che ancora continuano ad arrivare al POD di Venosa qualcuno si svegli e ci dica e ci dimostri con gli atti che, nelle loro intenzioni, Venosa non è più Città COVID 19 e che quindi anziché portare letti ci restituisca il maltolto, I SERVIZI”!