Il candidato sindaco di Basilicata Possibile: “Il messaggio della politica è diventato un affare personale, non c’entra più niente con le persone e i loro problemi”. E sul Pd: “Il Partito Democratico nasce dalla bella idea di mettere insieme le culture che hanno fatto la nostra Costituzione, ma alla fine è diventato un affare per pochi”.

 

di Angelomauro Calza

 

Uno dei candidati a sindaco per la città di Potenza è il professor Valerio Tramutoli, che era già sceso in campo il 24 marzo, candidandosi a Governatore della Basilicata con la sua lista “Basilicata Possibile”, che sarà anche sulle schede da votare alle Comunali il prossimo 26 marzo.

Il Prof. Valerio Tramutoli, candidato Presidnete per La Basilicata Possibilev

Valerio Tramutoli

Professore, dopo l’esperienza alle regionali ci ritenta con il comune di Potenza. Al di là di quelli che sono i sondaggi, le previsioni e le sensazioni della gente, con quale animo Lei ha deciso di candidarsi, aveva già qualche certezza? E, se sì, quale?

L’animo è quello di continuare il progetto avviato alle regionali, cioè aprire la porta a una politica che rappresentasse il popolo e i valori del centrosinistra che ha dimenticato i valori costituzionali che ci portano a stare dalla parte degli ultimi. Valori antirazzisti, antifascisti, l’idea di una società di uguali che garantisce a tutti i propri diritti e che fa tornare alla partecipazione le persone, cosa che non succedeva da vent’anni.

Lei ha qualche certezza su cosa accadrà con questa Sua candidatura?

La certezza che abbiamo è che attorno a noi si è raccolta una quantità di persone che non aspettavano altro che tornare all’impegno. Questa è l’unica certezza che abbiamo in questo momento, speriamo anche che arrivi un buon risultato a queste elezioni.

Abbiamo assistito da qualche mese ad una sorta di transumanza, dal centrosinistra verso la Lega e verso il centrodestra. Questo fenomeno, a suo parere, da cosa è stato determinato? Dalla debolezza delle proposte di un centrosinistra forse ormai logoro e che ha visto minata qualche sua certezza oppure dalla voglia di essere sempre sul carro di quello che sembrerebbe in questo momento essere il vincitore?

Un po’ tutte queste cose, ma questo è proprio un segno dei tempi. Il messaggio della politica è diventato un affare personale, non c’entra più niente con le persone e i loro problemi. Ci sono tanti carri su cui si sale per realizzare i propri progetti personali disinteressandosi se si parte da una posizione di centrosinistra e si arriva a un’altra di valori di riferimento completamente opposti. Una politica senza nessun valore, senza ideologia.

Il candidato sindaco Valerio Tramutoli

Il candidato sindaco Valerio Tramutoli

Quale è stato l’errore più grande del Partito Democratico in questi ultimi tempi?

Il Partito Democratico nasce dalla bella idea di mettere insieme le culture che hanno fatto la nostra Costituzione, ma alla fine è diventato un affare per pochi. Da quando si è smesso di dire alla gente di partecipare, realizzando l’articolo 49 della Costituzione che dava ai partiti questa funzione di mettere in relazione i cittadini con il Governo e le Istituzioni, allora la politica è morta. Quando muore la politica muoiono anche i partiti, anche se c’è molta gente che sentendo la parola “centrosinistra” pensa ancora di far parte dei valori fondanti della nostra Costituzione e del PD. Il partito di cui parli non è più un partito ma una coalizione di persone che pensano che in quel partito possano avere una propria vita personale, parlo delle rappresentanze, non del popolo che dovrebbero rappresentare e che forse oggi rappresentiamo solo noi.

Lei avrebbe accettato, se fosse stata proposta in tempi non sospetti, una candidatura a sindaco in rappresentanza dell’intero centrosinistra?

E chi ha detto che non è stata proposta?

Beh, certo, sappiamo di una intensa riunione che si è tenuta la mattina della domenica delle Palme, quando di questa ipotesi pare si sia parlato, ma abbiamo anche rendicontato che alla fine non se ne è fatto nulla, ma, a determinate condizioni, avrebbe accettato?

Certamente sì, ma mascherare il vecchio con le facce nuove è un’operazione che non ci interessava. Noi volevamo che ci fosse un vero programma di rottura con il passato, che rappresentasse i valori di cui ho parlato prima, e che il programma fosse rappresentato anche da candidati credibili, espressione della società civile, dell’impegno, dello stare da una parte, e non da persone che poi facilmente, in assenza di questo riferimento, si ritrovassero candidate a sinistra o a destra indifferentemente. Per quanto il nostro programma sia stato più che condiviso, copiato dal centrosinistra, la seconda parte delle nostre condizioni era per loro inaccettabile.

Questo è quello che è accaduto prima della scadenza dei termini per presentare liste e candidati. Ma dopo? Guarente sta propagandando e ostentando sicurezza dicendo che è convinto di vincere al primo turno, ma laddove non dovesse accadere si andrebbe al ballottaggio. A prescindere da chi poi tra gli antagonisti sarà il suo concorrente principale, Lei ritiene che questo accordo, questa intesa con il resto del centrosinistra, possa trovare realizzazione per contrastare una ulteriore vittoria del centrodestra, dopo quella alle regionali, anche per il capoluogo, o che cosa ritiene di fare nel caso di un ballottaggio?

Una volta che le proposte che facciamo sono già state condivise dagli altri candidati è evidente che non sarà difficile trovare in sede di ballottaggio un’alleanza che almeno impedisca alla destra che, lo ricordo, rappresenta valori al momento che sono razzisti con delle tonalità anche un poco fascistoidi, non sarà difficile opporsi a questa destra.

In questo progetto ritiene difficile coinvolgere anche i Cinquestelle?

La platea del Don Bosco alla presentazine della lista di Basilicata Possibile

La platea del Don Bosco alla presentazine della lista di Basilicata Possibile

I Cinquestelle hanno anche loro un progetto sovrapponibile al nostro per quanto riguarda la città. Io non credo che loro possano in questa fase appoggiare un candidato della Lega, quel tipo di candidato e di proposta ma sarà una scelta che ovviamente faranno i Cinquestelle.

Voi però non li respingereste?

Noi non respingiamo nessuno, noi stiamo invitando la gente a partecipare senza chiedere tessere di partito e neanche adesioni preconcette. Il nostro discrimine è la costruzione di questa forza politica, che vuole restare in campo anche dopo il 27 con i valori che sono quelli che dicevo, i valori della costituzione, l’antifascismo, l’antirazzismo.

Questo è un campo ampio.

Al di là delle chiacchiere noi stiamo mettendo in campo un programma che non è fatto solo di slogan, ma che è stato realizzato da più di 200 cittadini che hanno lavorato duro riunendosi in gruppi di lavoro, rinunciando al loro tempo. Un programma che è pensato, significa che quando diciamo che dobbiamo implementare il sisma bonus abbiamo idee su come continuare a farlo, a far proseguire i lavori in città e quando parliamo di trasporto abbiamo già in mente un piano completo di rinnovo dei trasporti, e così per i rifiuti. Queste sono cose pensate alla quale hanno collaborato persone competenti ognuno nella propria materia.

Tra il parco e lo stadio?

Penso che non sia il problema principale. Sono stato allo stadio l’altro giorno, il Potenza è passato alla fase successiva, e ho visto uno stadio bellissimo, colorato e che non sarà difficile espandere per rispondere alle esigenze della serie B. Ci sono arrivato con le scale mobili, senza nessuna ansia e necessità di farmi accompagnare e neanche di arrivare in orari scomodi. Ma perchè non godere di questo privilegio che abbiamo solo in tre città d’Italia, avere uno stadio così bello e così facilmente raggiungibile? Del parco hanno bisogno tutti i cittadini, Potenza dovrà diventare una città ancora più bella da vivere.