In una intervista l’ex Consigliere regionale traccia la strada futura e ricorda la sua azione legislativa a via Anzio

di Carlo calza

Franco Mollica è uno dei consiglieri regionali dell’ultima legislatura che ha deciso di non ricandidarsi perchè ha ritenuto esaurita una fase della sua vita politica, iniziando un altro percorso, diverso, che lo vedrà impegnato in maniera più stretta con il suo paese d’origine.

Franco Mollica

Franco Mollica

Qual è il nuovo traguardo che intende raggiungere?

Intanto voglio dire che non mi sono ricandidato a Consigliere regionale per il semplice fatto che ho voluto agevolare il ricambio in Regione dopo quattro legislature e trovare una nuova motivazione all’interno del mio comune, candidandomi sindaco, per poter mettere a disposizione del mio paese e dei misi concittadini l’esperienza, la conoscenza e anche la determinazione che in questi anni di regione ho appreso. Penso che il comune di Venosa, mio comune di nascita e dove vivo, debba trovare un rilancio attraverso anche questi elementi.

Una volta quando ci si candidava, soprattutto in un comune, nei comizi si cantavano un po’ le corna alle amministrazioni uscenti e si dava magari un po’ meno spazio al programma che si intendeva portare avanti una volta eletti. Lei in questo caso ha più critiche da muovere o progetti da proporre?

In questi cinque anni non ho mai criticato l’amministrazione che operava nella piena legittimità avendo ricevuto il consenso dei cittadini, anzi ho cercato in tutte le maniere di aiutare l’amministrazione fin dove ho potuto. Quando sono stato investito per risolvere problemi, anche poco devo dire, ho sempre lavorato affinchè i risultati potessero arrivare in maniera congiunta, al di là degli schieramenti politici o dell’appartenenza politica. Generalmente quando si guarda al bene della comunità non bisogna guardare gli schieramenti o se si è di un partito o dell’altro ma guardare solo al bene comune.

Venosa

Venosa

E quindi ora?

In questo caso io sto preparando un programma piuttosto articolato che vuole rimettere in piedi il comune muovendosi su due assi: quello della coesione interna e quello dell’apertura all’esterno.
La coesione interna è quella che purtroppo nei comuni molte volte non c’è lì dove ci si guarda in cagnesco all’interno anche degli stessi organismi, vedi il commercio, l’artigianato e anche l’associazionismo relativo alla promozione della cultura. Il mio intento è quello di ricucire il tessuto sociale facendo in modo che tutti quanti possano avere senso e orgoglio di appartenenza ad una comunità così bella come quella di Venosa che dovrebbe esprimere cultura da tutti i pori. Proprio in funzione di ciò bisogna portare questo orgoglio verso l’esterno.

Lei avrà ben chiaro anche come potrebbe essere possibile realizzare questa apertura…

Il comune da vent’anni non riesce a dialogare con altri comuni del territorio, non riesce a fare rete, e le programmazioni regionali si muovono in funzione di una rete e di aree vaste, non limitate ai confini amministrativi di un solo comune. Proprio per questo Venosa deve riprendere la sua centralità con la sua vocazione culturale, volta alla promozione e alla valorizzazione di beni culturali e archeologici che ha e proprio per questo trovare una motivazione di sviluppo attraverso il turismo che è l’unico asse da privilegiare non tralasciando logicamente gli assi che in questo territorio sono stati portanti, hanno fatto campare le famiglie e la comunità come l’agricoltura.
Basti pensare che il 60% del vino Aglianico viene prodotto nel territorio di Venosa.

franco mollica

franco mollica

Se volessimo guardare ancora una volta indietro, Lei cosa lascia ai lucani dopo la sua attività in Regione?

Ce ne sono diverse di cose che in vent’anni di consiglio regionale ho fatto. Ne ricordo però molto bene una, che mi martella continuamente: aver lavorato per le comunità anche se nell’ultimo consiglio c’è stato un tentativo che non so quando andrà in porto, rispetto ad una norma.
Il nostro è un territorio che ha subito dominazioni, che ha moltissimi territori classificati “di uso civico”. Ho reqdtto e fatto approvare una legge sugli usi civici che riguardava l’interesse delle comunità. Ricordo che dopo aver approvato quella norma, l’allora Presidente Filippo Bubbico mi disse: “Franco, 40.000 famiglie che vivono questo problema dovrebbero dirti grazie”. Non è bastato quello: dopo un paio di anni fui chiamato dall’Osservatorio degli Usi Civici d’Italia, che mi conferì un’attestazione che sostanzialmente diceva che la legge della Regione Basilicata era la più avanzata fra le leggi delle regioni d’Italia. Fu una grande soddisfazione.

Tutto qui?

Beh, certo che no. Congiuntamente abbiamo cercato di interpretare anche i bisogni delle persone modificando molte volte le norme urbanistiche come quelle che bloccano di fatto anche lo sviluppo territoriale in assenza di un piano paesaggistico, che veramente potrebbe far trapassare quel valico o quel limite fra le cose giuste e le cose non giuste sullo sviluppo urbanistico di un territorio. Sono pienamente soddisfatto anche di essere stato protagonista di una norma che ha dato ristoro ai piccoli artigiani nel lavoro edile e ai piccoli professionisti, la Legge 25, il cosiddetto “piano casa”, anticipandolo addirittura di 12 mesi da quella che è la norma nazionale, una norma che è stata ben apprezzata e che in questo momento di crisi economica ha dato la possibilità a chi aveva piccoli fondi di poter investire per crearsi comodità nella propria abitazione e ha dato la possibilità a piccoli artigiani e professionisti di poter superare, o di poter sopravvivere in un momento in cui le opere pubbliche erano ferme, quindi senza lavoro.

Venosa Duemilaventiquattro

Venosa Duemilaventiquattro

Con chi porta avanti questa sua campagna elettorale, chi la sostiene in questa candidatura a primo cittadino di Venosa?

La mia è una lista civica. Si chiama “Venosa 2024” ed è la visione della mia comunità da qui a 5 anni. Abbiamo un programma articolato discusso anche con le persone che vivono il territorio. Le proposte e le idee che avevo in testa sono state integrate e modificate in relazione agli incontri che ho avuto sul territorio con le varie categorie: artigiani, commercianti, operatori turistici, operatori dell’agricoltura e non solo. E’ una lista che non ha colori politici, l’unico partito di questa lista si chiama “Comunità di Venosa”.