di Angelomauro Calza

A volte la sintesi anche ironica di un titolo si presta ad interpretazioni che non corrispondono alle reali intenzioni di chi quel titolo lo ha scelto. Capita. Può capitare. E allora poi come si fa? Beh, con umiltà si fa mea culpa, è doveroso e d’obbligo: compito di un giornalista deve essere quello di rendere ben chiaro a tutti i concetti che intende esprimere. L’articolo “Caiata, autogol a Matera? In tanti hanno votato contro il presidente del Potenza e contro Bardi” (vedi https://www.angeloma.it/politica/caiata-autogol-a-matera-in-tanti-hanno-votato-contro-il-presidente-del-potenza-e-contro-bardi-per-quel-che-rappresentano/), un goco di parole, una metafora che ha scatenato reazioni contrastanti con quel che nell’articolo si voleva raccontare. Allora è giusto che si chiarisca, per favorire la massima serenità di giudizio. Partiamo da una prima considerazione: i risultati elettorali di lunedì sera hanno fatto sì che Matera, bocciando la destra, è tornata a riappropriarsi a pieno titolo di quella identità antifascista dimostrata il 21 settembre del 1943, nel suo dna da sempre, e riproposta per altri versi anche giorni fa con le proteste soprattutto studentesche verso Salvini: Matera si conferma città contro ogni destra. Ben premesso questo, che è il dato sociopolitico e morale più importante, chiarisco altri punti che hanno generato un dibattito social che dimostra quanto i cittadini tengano a ben puntualizzare determinati aspetti che hanno determinato la vittoria di Domenico Bennardi. Tutto nasce da una dichiarazione del candidato Sassone, che nell’edizione del TGR di lunedì 5 ottobre ha dichiarato: “c’è qualcuno che evidentemente non ha fatto il suo dovere”riferendosi evidentemente al fatto che al ballottaggio ha ottenuto meno voti di quanti ne avesse ricevuti al primo turno e sospettando tradimenti. E allora la curiosità fa scattare la caccia ai “colpevoli”, e nella miriade di ipotesi, nel conteggio dei voti perduti, ecco che entrano sicuramente anche quelli di chi su Facebook a commento di un articolo precedente scrive: “non si presenta la propria coalizione mettendo in bella mostra il presidente del Potenza calcio”. Ecco, tutto qua: sarà uno solo, saranno cento o mille, ma il post è comunque rappresentativo di un pensiero, tra l’altro ripreso da altri anche nella discussione su #openmatera (“Sassone e’ stato presentato alla popolazione, non da consiglieri e politici Regionali Materani ma da Politici Potentini che hanno sempre offeso la nostra meravigliosa citta’, nessuno dimenticherà i video social di CAIATA dove cantava chi non salta e Materano. Mai nessun politico Materano sarebbe andato a Potenza per presentare il sindaco di Potenza. Caiata ha voluto sfidare la città di Matera ma ha trovato il Bue con la testa alzata”). Ovvio che le ragioni dominanti della sconfitta del centrodestra e della vittoria di Bennardi stanno in altro, ci mancherebbe di ridurre a un derby una cosa seria come l’elezione di un sindaco, le scelte di un popolo e la sua capacità di giudizio e di scelta! Ed è altrettanto ovvia la grande responsabilità dei cittadini materani che hanno operato una scelta ponderata che merita il massimo rispetto, coscienti e convinti che questa scelta determinerà le politiche cittadine – e non solo – per i prossimi cinque anni. Chi vince, vince per suoi meriti, e solo un po’ per demerito dell’avversario; chi perde, perde per merito dell’avversario, ma anche un po’ per demeriti suoi. A Matera Bennardi ha vinto perché con la sua squadra e il suo programma ha saputo meritarsi la fiducia dei materani più di quanto non abbia saputo farlo Sassone, questo è. Hanno dato fiducia a Bennardi e delega a rappresentarli i materani che vogliono chiarezza e certezze sul futuro dell’Ospedale (e che invece nella bozza predisposta dalla Regione queste due componenti non ci sono, anzi, tenderebbero a penalizzare il Madonna delle Grazie); i materani che aspettano la ferrovia che Pittella dichiarò di non avere intenzione di farcela arrivare proprio a Matera; i materani che vogliono recitare un ruolo diverso per quel che riguarda l’Università; i materani che non vogliono un Consorzio Industriale unico e accentrato a Potenza; i materani che rimproverano al Palazzo potentino di non aver avuto abbastanza attenzioni verso Matera e il Materano da sempre, concentrando su Potenza le attenzioni politiche ed economiche, con una programmazione che sempre più tende ad accentuare questa discrasia. Ecco allora che ha ragione Foschino: “Il problema è che troppo spesso la politica materana è stata succube e vittima delle scelte operate dal capoluogo, tanto da fare dell’autonomia della giunta comunale rispetto alla politica regionale uno dei cavalli di battaglia di OGNI elezione, per dimostrare di non essere eterodiretti dal ridente capoluogo regionale. La presenza di Caiata e di tutti i capoccioni della politica regionale indicavano chiaramente che Sassone avrebbe risposto a loro e non avrebbe goduto della necessaria autonomia che i materani da sempre perseguono. Ridurre tutto ció a questioni di campanile calcistico è offensivo e avvilente”. Condivido, ma nessuno aveva intenzione di ridurre a questo la questione, ammetto ancora di non averlo saputo meglio esplicitare. E non chiamiamolo manco campanile, va bene, è un termine antipatico, ma resta il fatto che Bennardi è evidentemente riuscito a far sue tutte queste istanze di rivendicazioni verso il “Palazzo”, e quindi i cittadini gli hanno dato fiducia. Di converso, il centrodestra presentato da esponenti proprio di quel “Palazzo” tanto contestato ha sortito l’effetto opposto. Ovvio che per Potenza non si intendano (come non intendevo) quindi i cittadini di Potenza, ma la sede dell’Apparato, del Palazzo appunto, che governa le scelte (scelte tra l’altro che spesso penalizzano anche molti territori delle aree interne della stessa provincia di Potenza). Poi, se il centrodestra si sofferma ad analizzare le ragioni della sconfitta, dopo aver riconosciuto i meriti dell’avversario, troverà in uno con la responsabilità del governo regionale delle cose sopra dette, anche altri elementi, altre ragioni della sconfitta, anche una Lega disorganizzata a livello territoriale, una campagna elettorale a tratti anche cruenta, una riforma sanitaria redatta da un assessore di centrodestra strappata in piazza proprio dal segretario politico dello stesso assessore e però, mi si consenta, perché non si può non ignorare, anche chi non ha voluto votare Sassone solo e semplicemente perché appoggiato dal Presidente del Potenza: per pochi che siano, hanno dichiarato di averlo fatto e non si può non tenerne conto: ci stanno anche quei voti. Spero di aver chiarito. Auguri a Bennardi, a Matera e ai materani di cinque anni di grandi cambiamenti in positivo.

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