Nel dibattito in atto tra i centristi cattolici che si sta sviluppando sul nostro sito, nato da una intervista ad Angelo Sanza, dopo Tonio Boccia e Giorgio Merlo interviene Salvatore Russillo, della Direzione regionale del PD di Basilicata.
di Salvatore Russillo
Voglio essere estremamente sincero, pur avendo una formazione culturale e politica cattolico democratica e ispirata alla dottrina sociale della Chiesa negli ultimi tempi sono diventato allergico a tutte queste forme di accanimento terapeutico finalizzate a resuscitare qualcosa che non tornerà. Come si può far rivivere qualcosa che non esiste nella società.

Salvatore Russillo
Avere nostalgia dei 18 anni guardandosi allo specchio e far finta che il tempo non sia trascorso non fa bene alla democrazia partecipata di questo Paese e anche della nostra Basilicata. Ho letto con interesse sia l’intervista di Angelo Sanza che l’intervento di Tonio Boccia, per carità persone che stimo ma che sembrano non accorgersi di due cose: a) che oggi votano ragazze e ragazzi nati nel 2007 che non sanno cosa è stata la DC, la margherita e il centro in senso più ampio b) non vedo quali possano essere le istanze centriste non rappresentate. Il PD rimane la casa dei riformismi ispirati alle culture politiche che hanno scritto la costituzione e non vedo necessità di avere altri contenitori marcatamente identitari su profili moderati. Soprattutto se si ascoltano le parole di Papa Bergoglio. Allora qual è la ragione di questa insoddisfazione centrista? Che il PD sia guidato da una giovane donna figlia degli anni 80 che incarna questo tempo? Che è riuscita a riconnettere questo partito con un po’ di linfa viva presente nella società? Possono le battaglie sui diritti civili spaventare così tanto? Non spaventa di più forse Trump con le sue deportazioni e la sua intolleranza ammantata di principi religiosi? E poi vogliamo essere sinceri fino in fondo? Forse quello che è mancato e manca da un po’ è la sinistra. Oggi la destra ha un esperanto mondiale, un linguaggio comune che va da Trump a Milei da Orban fino ad arrivare a Meloni e Salvini. La sinistra è orfana di un pensiero comune, di una idea di società. Ha valori e principi dai quali partire per dare risposte a problemi troppo spesso rimossi e non affrontati. Il governo non basta, ci sarebbe bisogno di idee e su questo concentrerei la fatica non sul rivendicare spazi sulla base di etichette superate. E’ qui che dovrebbe entrar in gioco la cultura cattolico democratica, nella sfida di questo tempo e contribuire a creare l’alternativa al modello sociale delle destre. Scendendo poi nel dettaglio della Basilicata vorrei far presente sia all’On. Sanza che all’On.Boccia che di centro ne abbiamo avuto fin troppo e che a diversi eredi di quella tradizione non sono mancati spazi e opportunità nel centrosinistra. Altro che sentirsi soffocare. La Basilicata soffre. La popolazione diminuisce, invecchia, i giovani vanno via, votano sempre di meno e le relazioni sono diventate cortissime con una piramide tipica dei sistemi sudamericani con una pletora di bisognosi e un potere concentrato nelle mani di pochi e il famoso “centro” su questo ha le sue grosse responsabilità proprio con quella trasversalità che sistematicamente riemerge e che rende il sistema bloccato. Perché c’è una differenza sostanziale se un cattolico vota Prodi e uno Berlusconi. Abbiamo talmente tanti e tali problemi in questa regione che forse quello che occorrerebbe è una forte radicalità entrando nel merito delle questioni, dalla coesione sociale, ai servizi pubblici, allo sviluppo. Ecco perché sono allergico a questa impostazione di voler indossare il cappotto a ferragosto.