Passeggiare oramai oltre ad un modo salutistico di vita è bello anche perché, nei piccoli paesi dell’entroterra, accanto a prati fioriti si possono raccogliere erbe selvatiche nel silenzio della natura. Portare le erbe che si sono raccolte nella passeggiata salutistica diventa un piacere che comincia ancora prima di sedersi a tavola.

Federico Valicenti

Federico Valicenti

Lavare, mondare e asciugare le erbe, sentire i profumi che riempiono il naso e pensare al piacere di poterli assaporare come cibo rende ancora più intrigante l’uso. Ogni cucina propone le sue erbe aromatiche e la nostra raccolta durante la passeggiata offre un’ampia e variegata scelta che permette di dare il tocco finale ai piatti tradizionali aggiungendo un gusto più completo e particolare, quel sapore in più che rende le pietanze uniche, originali. Basti sapere che tantissime erbe in passato venivano utilizzate come piante medicamentose, applicate sulla cute o curative nelle patologie, usate come decotti, come antiinfiammatori, tonificanti, ricche di proprietà antisettiche e altro. Una famosa interprete dell’erboristeria in epoca medioevale Ildegarda de Bingen (1099-1179 d.C.), esperta di scienze naturali, medicina e gastronomia nei suoi trattati descrive le proprietà curative di erbe ed alimenti come il rafano. Il rafano a noi caro, dove in Val d’Agri se ne fa largo uso. Nella nostra tipica cucina regionale si usano molto le erbe aromatiche, spesso le ricette sono caratterizzate da un tipo specifico di aroma e senza di questo non avrebbero lo stesso sapore, come ad esempio non sapremmo gradire le lumache senza la mentuccia o la pizza senza

Erbe aromatiche

Erbe aromatiche

l’origano, l’agnello senza il rosmarino, il pollo senza la salvia. Le erbe aromatiche sono protagoniste della nostra cucina per sapore e profumo. Comunque prima che le piante spontanee possano diventare frittate, zuppe, pietanze, marmellate, liquori, potreste anche cadere vittime della sindrome del cercatore di funghi per il quale risulta più appagante trovare e raccogliere che cucinare. Attenzione che nella smisurata voglia di cercare erbe non si diventi un poco Attila, sembra che al suo passaggio dopo non crescesse nemmeno l’erba. Non si sente la mancanza di questo personaggio, anche perché in giro per il mondo e ben camuffato qualche provetto Attila esiste e la sua moltiplicazione non è un esigenza. Sappiate raccoglierle senza estirparle, li ritroverete nello stesso luogo ogni volta che ne avrete necessità.

… ed ora le ricette

 

Agnello alle erbe (Vincenzo Tanara 1644)

ingredienti:
Un cosciotto d’agnello di circa 1 kg disossato,
salvia,
timo,
rosmarino,
maggiorana in abbondanza,
sei rametti di prezzemolo con i gambi,
150 gr di guanciale tagliato a fettine sottili,
due foglie di alloro,
due spicchi d’aglio,
due limoni,
pepe nero,
un bicchiere di vino bianco secco

Questo piatto è particolarmente adatto all’agnello e si può utilizzare sia il cosciotto oppure pezzi di agnello o capretto. Se si prepara il cosciotto dopo averlo tenuto a bagno nel succo di due limoni per una notte, aggiungere il pepe e condirlo sia all’interno che all’esterno con un trito di maggiorana, uno spicchio d’aglio, rosmarino, timo, e salvia. Avvolgere il cosciotto con fettine sottili di guanciale e legarlo con lo spago. Soffriggere l’altro spicchio d’aglio in due cucchiai di olio e unire poi anche l’agnello facendolo rosolare qualche minuto; ricoprirlo poi con le foglie, gambi di prezzemolo e con l’alloro e cuocerlo al forno già caldo (180°) per almeno un’ora irrorando la carne dopo mezz’ora, con un mestolo di brodo caldo e quando è ormai giunto a cottura con un bicchiere di vino bianco secco.

Frittata di erbe

Frittata alle erbe

Frittata alle erbe

Preparare una pastella con almeno 3 uova, mezzo bicchiere di acqua, formaggio parmigiano grattato, sale e pepe. Al composto aggiungere fiori di zucchine tagliati a metà, borragine, e malva. Versate il miscuglio in una teglia rivestita con carta da forno ed infornate in forno già riscaldato a 180°. Cuocere fino a quando la frittata si sia rappresa.

Il cibosofo e il Rafano

"Il ravanello vale il suo peso in piombo, le barbabietole il suo peso in argento, il rafano il suo peso in oro."   A tanto ammontava  il valore dato al rafano dagli Dei. Questa è  la leggenda, questo era il valore  del rafano scritto dall'oracolo di Delfi ad Apollo....

Il cibosofo e la pignata

Un bel capitolo nella storia dell’alimentazione umana l’ha scritto sicuramente la pignata. E’ stata per l’uomo la compagna di viaggio nei millenni, il contenitore che ha permesso di conservare il calore, quindi il fuoco, che ha segnato l’evoluzione del cibo e dei suoi...

Il cibosofo e la birra

La birra ha sempre avuto un posto di rilievo nella civiltà europea. Per i popoli del nord Europa era un vero nettare e  i romani non ne disdegnavano l’utilizzo. I Sumeri (3.700 a.C)   raccontano,  su  tavolette di argilla,  che la birra veniva...

PVF, il giovane “Patto dei Vini di Filiera”, da Matera lancia una sfida di qualità

Ha riscosso sucesso l'open day organizzato presso l'MH Matera Hotel nella Città dei Sassi dal Patto dei Vini di Filiera. Protagonisti della manifestazione rivolta prevalentemente a ristoratori e operatori del settore dell'accoglienza sono stati i vini di sette aziende...

Il cibosofo e le ciliegie

Le ciliegie sono il frutto di un albero della famiglia delle Rosacee, la stessa delle rose. Esistono due specie di alberi, il Prunus avium, o ciliegio dolce, e il Prunus cerasus, o ciliegio acido. Dal primo derivano, per selezione, alcune centinaia di varietà...